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Festival di Sanremo, Loredana Bertè: "Se vinco, la dedica è per Mimì" IL VIDEO

Che la sala stampa dell'Ariston sia intitolata a Mia Martini, che il Premio della Critica sia intitolato a Mia Martini è più che una suggestione, è un segno, un sogno, un sussulto in più. Loredana, in caso di vittoria, è a lei che la dedicherebbe, a Mimì.

Quindi che la prima classifica di Sanremo, quella determinata dal voto dei giornalisti le abbia messo la corona in testa è già un "vero onore" (l'indomani peraltro, nella seconda serata del Festival è pure arrivata quarta sui primi 15 big in gara, grazie al voto combinato delle radio e del pubblico da casa).

Sarà che quella "pazza" di sè della Bertè non è una "abituata a stare davanti, ad essere la prima, la mia confort zone è l'ultimo posto"... martedì sera, all'annuncio di Amadeus "non mi sono fatta male solo perché ero già sdraiata nel letto, è stato un colpo al cuore da svenire. Volevo chiamare la Clerici, chiederle due fornelli e, come facevo con Andy Warhol, preparare una pasta gigante per far festa insieme a tutti".

Sarà che quella pazza di sè di Loredana Bertè ha avuto il coraggio di cantarsi, di vestire di rock la sua personale assoluzione e di interpretarla con la forza delle protagoniste. Vale pena dirlo sempre, e una volta di più. "A tutte le donne che non si amano come me dico che ci siamo odiate abbastanza. Ora, almeno ogni tanto, cominciamo a volerci un po' di bene in più".

Lei che "su quel palco mi sento sempre fuoriposto. Sono a mio agio più nelle tournée. Magari è solo il primo impatto, già per la seconda esibizione avevo preso qualche misura in più. Mi rilasserò sabato, quando sarà tutto finito".
Lei che "stavolta sogno in grande, sogno tutto, anche perché questo è il mio ultimo Sanremo".
Lei che vorrebbe essere la concorrente italiana del prossimo Eurovision perché si svolgerà in Svezia, "così il mio ex marito ci rimane malissimo che gli vado a rompere le scatole lì in casa e mi prendo una bella rivincita".

Stasera all'Ariston c'è andata in veste di presentatrice ("la mia prima volta") di il Tre e anche lì applausi ed applausi. Domani ci torna con la cover di Ragazzo mio di Tenco arrangiata da Ivano Fossati. E "sarà un'esecuzione piena d'emozione, faremo questo grande omaggio a Luigi con un pezzo che ho interpretato solo io, chissà come mai! Già nel 1984 incisi questo capolavoro e Venerus, il giovane artista che mi accompagnerà è veramente forte, un grande musicista e cantante... peccato che non lo farò cantare, canterò solo io".

I ragazzi del Festival? "Mi piacciono tutti, mi ricordano me stessa. Sapete che io sono stata tra le prime a fare le contaminazioni".

E intanto continua a collezionare ovazioni. Con quel volto in cui spesso la malinconia è truccata di sorrisi, la borsetta comprata al mercatino come un amuleto, con le gambe scoperte, tra parole autobiografiche e universali. Loredana Bertè la ragazza (calabrese di Bagnara) "che per poco già s’incazza". Loredana Bertè che "prima ti dicono basta, sei pazza, e poi ti fanno santa".

Nel 2019 per lei s'inventò un premio. Dovesse mai vincere certo piangerebbe. Adesso però l'unico obiettivo rimane "mettere in scena una bella performance e fare una buona promozione di quello che verrà fuori da qui, perchè questo è il palco più bello d'Italia". Intanto tra quello che avverrà e quello che si avvererà "già sono felice del fatto che si sia realizzato il mio fine ultimo, lo scopo, la ragione per cui faccio i dischi. La mia canzone è diventata di tutti".

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