
Ah, finalmente una serata scoppiettante. Nel bene e nel male. Sarà un caso che questo Sanremo un po’ catatonico si rianimi quando non c’è la gara, quantomeno quella tradizionale? Ebbene sì, e merito a Carlo Conti (voto: bravo, 7+) che sfodera subito l’arma Benigni: il premio Oscar torna per la sesta volta al Festival per presentare lo show “Il sogno” che lo vedrà il 19 marzo su RaiUno e lo fa con un intervento piuttosto breve, leggero (per dire, canta L’inno del corpo sciolto anziché magari Quanto t’ho amato eseguita sul palco dell’Ariston nel 2002 con Nicola Piovani) ma non per questo meno incisivo e “politico”. Carlo Conti trema, ma chi siamo noi per dare il tema a Benigni? Le battute sulla storia d’amore Meloni-Musk («Lui segue Sanremo e ha votato Giorgia»), sul Festival fenomeno di costume («Hai bloccato l’Italia, dovresti fare il ministro dei Trasporti», ahimè, è migliore di quella de IlMaxFactor sul treno-Sanremo che arriva in orario), sulla difficoltà, in questo momento di amnesia collettiva sulla storia del nostro Paese, di fare un semplice saluto a Marcella Bella («Dici “Bella, ciao!” e succede un casino»). Ma quando Benigni diventa serio e difende Mattarella dal delirio putiniano è anche meglio. Chapeau, ma chapeau sul serio (voto: ma chi siamo noi per dare il voto a Benigni?).
Il problema è che inizi con Benigni e finisci con Topo Gigio che arriva secondo. Per carità, l’esibizione di Lucio Corsi (voto 7) con l’amico della nostra infanzia è ben calibrata, insieme delicata e divertente, però se in passato a Sanremo hanno truccato le carte per non far vincere Elio e le Storie Tese, ieri sera doveva esserci un intero call center pronto in caso di emergenza con il codice di Giorgia e Annalisa (voto 9 con una cover pazzesca di Skyfall e primo posto meritatissimo). Nel complesso, tralasciando di giudicare le esibizioni dal punto di vista musicale che non è lavoro nostro, anche quest’anno la serata cover ha permesso di capire chi sono i preferiti del pubblico indipendentemente dalla canzone in gara. E se Giorgia è l’evidenza mentre Lucio Corsi è una sorpresa, in ottica classifica finale colpiscono molto tre piazzamenti: innanzitutto, che il duello sulle note di De Andrè tra i due giovani cantautori genovesi sia stato vinto da Olly (voto 5, pure se sei con Goran Bregovic, ma che si suona così Il pescatore?), quarto, con Bresh e Cristiano De Andrè fuori dalla top ten nonostante una splendida versione di Creuza de mà (voto 16, cioè 8 per ogni volta che l’hanno cantata) dice tanto sull’orientamento del pubblico e pure sulle quote dei bookmaker, che vedono ancora in Olly un possibile vincitore nonostante, con il brano in concorso, abbia deciso di trasformarsi in Ultimo (e nonostante quello di Bresh sia decisamente migliore). Poi quello di Fedez (voto 7), al quale la terapista ha detto “Vai a Sanremo ad espiare le tue colpe” e che anziché mandare un WhatsApp a Chiara Ferragni preferisce cambiare il testo di Bella stronza di Marco Masini per assumersi le sue responsabilità. È terzo, a dimostrazione del fatto che il pubblico italiano non lo ha mollato. E poi, Brunori Sas (voto 6) impegnato con Riccardo Sinigaglia e Dimartino in una L’anno che verrà che, al di là dell’omaggio al grande Lucio, ha davvero molto poco da dire, arriva quinto e precede i vari Irama, Rocco Hunt, Elodie e Achille Lauro: occhio, la Calabria è mobilitata. Ah, a proposito: finalmente una classifica! Siamo dovuti arrivare a giovedì per capirci qualcosa...
La sorpresa della serata però è una strepitosa Geppy Cucciari (voto 10). Intanto è una sorpresa che salga ancora su un palco meloniano dopo l’epica figura fatta fare all’allora ministro Sangiuliano al Premio Strega. Poi si prende lei il ruolo della “strega”, sfottendo Carlo Conti dall’inizio alla fine e tirando fuori dal cilindro almeno due battute da standing ovation: quando, presentando Shablo Guè Tormento Joshua e Neffa, li definisce «Tutta gente senza onomastico» e quando, al momento di leggere la classifica, irrompe: «Ma prima riascoltiamo un’altra volta Creuza de mà». Il rimpianto finale invece riguarda Tony Effe: dopo le polemiche per il divieto di indossare sul palco un collanone da tre miliardi di dddollari come la gamba di Aldo, Giovanni e Giacomo perché il brand era troppo riconoscibile, nel pomeriggio tuona rivolto a Carlo Conti: «Se stasera mi levano i gioielli canti tu». Ecco, un’occasione del genere non ce la saremmo lasciata scappare. Voto 3.
Ci credereste? Stasera finisce Sanremo. È durato quanto l’alta velocità ferroviaria tra Salerno e Reggio Calabria, e già finisce. In apertura dovrebbe essere comunicata, bontà loro, la classifica completa, quindi dopo le esibizioni di tutti i cantanti saranno svelate le posizioni dalla ventinovesima alla sesta. I primi cinque, sempre in questo cacchio di ordine casuale neanche fosse l’ultimo mistero di Fatima, resteranno a bagnomaria in attesa dell’esito di una ulteriore votazione che assegnerà la vittoria del Festival di Sanremo 2025, l’ultimo di Carlo Conti perché dall’anno prossimo – come ha anticipato in conferenza stampa – sarà Brunori Sas a fare il direttore artistico, il conduttore, il pubblico e la sala stampa. Con solo canzoni sue. Si parla già di spostare la sede a San Fili.
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