Ogni anno si registrano in Italia circa 4.500 diagnosi di cancro al seno metastatico, di cui 3.000 sono i tumori che vengono individuati per la prima volta già a questo stadio, mentre 1.500 sono quelli che entrano ogni anno in una fase metastatica. A fare il punto sui numeri è Lucia Mangone, presidente dell'Associazione Italiana Registri Tumori, durante il convegno, tenutosi oggi in Senato, per l'istituzione di una Giornata Nazionale su cancro al seno metastatico. "Le percentuali di sopravvivenza a 5 anni dalla diagnosi - precisa - vanno dal 30 al 60% e quindi con oscillazioni molto ampie tra i diversi studi, cosa che mostra la necessità di approfondire la ricerca nel settore". Molto maggiore è invece la disponibilità dei dati sul tumore alla mammella non metastatico, di cui ogni anno ci sono 50mila nuovi casi in Italia e la sopravvivenza a 5 anni dalla diagnosi è pari all'87%. Ma con ampie differenze regionali. "Vi sono ad esempio 5 punti percentuali di scarto tra Campania (83,8%) e Emilia Romagna (88,9%). Questo significa che oggi 3000 donne sarebbero vive se si fossero trovate 'nel posto giusto'", chiarisce l'esperta. Sulle possibilità di sopravvivenza pesano elementi come la diagnosi precoce attraverso gli screening, e "a quello per il tumore al seno vi aderisce il 76% delle donne in Emilia Romagna e solo il 22% in Campania", spiega Mangone. Un ruolo importante nelle possibilità di sopravvivenza lo ha anche la presenza di una rete oncologia. "Avere un bravissimo medico non basta - sottolinea Rosanna D'Antona, presidente di Europa Donna Italia - servono centri di senologia multidisciplinari, ovvero le Breast Unit. Ma in Italia siamo in ritardo e anche queste sono concentrate nel settentrione. Questo spiega perché, anche se ci si ammala di pià al nord, è anche lì che le possibilità di sopravvivenza sono maggiori. Istituire, come chiediamo, una Giornata Nazionale sul cancrometastatico, serve anche a sensibilizzare su questi temi".