l confine del pettegolezzo, del trash, della caparbietà di inchiodare i telespettatori davanti ad una trasmissione in attesa della notizia sensazionale si sta spostando talmente in avanti da sublimarsi nell’impossibilità del confronto. Due cattivi esempi di tale spasmodica ricerca li abbiamo seguiti domenica. A Domenica live, ospite di Barbara D’Urso era Samantha Markle, sorellastra di Meghan, fresca sposa del principe Harry; su La 7, poche ore dopo, Giletti nel suo “Non è l’Arena” aveva fatto il colpaccio “invitando”, non si sa a che prezzo, Jimmy Bennett, il grande accusatore di Asia Argento. La D’Urso si beava d’aver portato sullo schermo la sorella messa al bando al regale matrimonio, Giletti si gloriava d’essere stato scelto per la prima intervista internazionale di un personaggio che ha messo in crisi la paladina del #metoo. E, sinceramente, capiamo di più la D’Urso che in questo momento si sente minacciata dalla presenza della Venier sulla Rai e che, comunque, prosegue nel suo stile, ma non riusciamo a comprendere Giletti, che nella passata stagione ci aveva colpito per la sua capacità di affrontare temi di spessore e che, oggi, cavalca il #metoo, ma dalla parte della spettacolarizzazione e non dell’approfondimento.