L’influenza stagionale ha iniziato la sua corsa allettando già 125mila italiani e a fare «da traino» sono i bimbi molto piccoli, sotto i 4 anni. Mentre la campagna di vaccinazioni sta partendo proprio in questi giorni, continuano a farla da padrone virus simil-influenzali, che danno simili sintomi ma di intensità e durata minore. Nella 43a/ma settimana del 2018, secondo il primo bollettino settimanale della sorveglianza InfluNet, a cura dell’Istituto Superiore di Sanità (Iss), l’incidenza totale dell’influenza è stata pari a 1,17 casi per mille assistiti, con una maggiore incidenza in Abruzzo. Siamo, in generale, ai livelli 'di base' di circolazione del virus, ma nella fascia di età 0-4 anni l'incidenza a livello nazionale è stata di 2,36 casi per mille assistiti. I casi nell’ultima settimana sono stati 71.000, ma arrivano a 125 mila se si calcolano tutti quelli registrati da metà ottobre, ovvero dall’inizio della sorveglianza. Secondo gli esperti, quella di quest’anno sarà una epidemia influenzale di intensità media e costringerà a letto 5 milioni di italiani. Ma costerà comunque, allo Stato e alle famiglie, quasi quanto una manovra economica, tra i costi della gestione dei casi più gravi, la perdita di denaro connessa alle assenze sul lavoro e l'esborso per i farmaci da banco. Al contrario i vaccini anti influenzali si confermano un’arma a basso costo, anche se ancora sottoutilizzata: solo il 14% dei cittadini vi ricorre ogni anno e il 60% non si è mai vaccinato. È anche a causa di questo che il virus continua a mietere molte vittime, ovvero tra le 15mila e 70mila persone ogni anno in Europa, secondo il Centro europeo per il controllo delle malattie (Ecdc). Intanto sta partendo in tutta Italia, anche se a velocità diverse, la campagna vaccinale promossa dal ministero della Salute. Per gli operatori sanitari, i malati cronici, gli anziani, le donne in gravidanza e, a partire da quest’anno, i donatori di sangue, la vaccinazione è gratuita. I pediatri consigliano però di vaccinare contro l’influenza anche i bimbi sotto i 6 anni, soprattutto se vanno al nido. Per proteggere i neonati sotto i sei mesi, invece, a vaccinarsi possono e dovrebbero essere i genitori e i famigliari a stretto contatto. Molte delle febbri che nelle ultime settimane hanno allettato gli italiani, complici le temperature altalenanti e l’arrivo del freddo, sono state per lo più causate da virus 'parenti' dell’influenza. In entrambi i casi, ricordano gli esperti, non servono antibiotici, ma paracetamolo e riposo.