Potrebbe essere il primo vaccino contro la celiachia, con l’obiettivo di liberare i pazienti dal pesante regime della dieta senza glutine. Si chiama Nexvax2 ed i ricercatori australiani del Royal Melbourne Hospital stanno per avviarne la fase 2 di sperimentazione, per la quale è previsto l'arruolamento di 150 pazienti in Usa, Australia e Nuova Zelanda. L’obiettivo del vaccino, spiegano i ricercatori, è proteggere le persone con celiachia dagli effetti negativi dell’esposizione al glutine. Il vaccino mira infatti a riprogrammare le cellule immunitarie linfociti T che innescano la risposta infiammatoria al glutine, sopprimendo in questo modo l’infiammazione che è alla base della patologia celiaca. «Questa sperimentazione - sottolinea il coordinatore dello studio Jason Tye-Din, del Royal Melbourne Hospital - è importante per stabilire una prova clinica di efficacia di un trattamento contro la celiachia, oltre al regime della dieta priva di glutine. Ad oggi, proprio la dieta senza glutine rappresenta l’unico trattamento per i pazienti celiaci, ma si tratta di un regime complesso ed oneroso da mantenere. Infatti anche i pazienti più diligenti - avverte il ricercatore - possono incorrere in seri effetti avversi dovuti all’esposizione accidentale al glutine». Questo studio, conclude, «verificherà quindi se il vaccino Nexvax2 sarà in grado di 'prendere di mirà la risposta immunitaria al glutine nelle persone con celiachia, modificando i sintomi associati alla malattia». «Al momento non si può prevedere se il vaccino per la cura della celiachia in sperimentazione sarà disponibile per l’uso su vasta scala, tantomeno quando. A breve e medio termine, dunque, la dieta senza glutine rimane l’unico trattamento per la celiachia». Ad affermarlo, invitando alla prudenza, è Marco Silano, direttore della Unità di Alimentazione, Nutrizione e Salute dell’Istituto superiore di sanità e coordinatore del Board Scientifico dell’Associazione italiana celiachia (Aic). Il vaccino, precisa Silano, «è in realtà in sviluppo da diversi anni e al momento attuale sono stati condotti solo test di tollerabilità, e non ancora test clinici su pazienti celiaci per studiarne l’efficacia nel contrastare la tossicità del glutine. Questa fase della sperimentazione, per la quale è iniziato il reclutamento dei pazienti in centri clinici degli USA, è comunque lunga e dall’esito incerto». Quindi al momento, conclude l’esperto, «non si può prevedere se il vaccino sarà disponibile per l’uso su vasta scala e la dieta senza glutine rimane l’unico trattamento».