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Tartufo, estratto il Dna del cibo più profumato e costoso...anche di Sicilia e Calabria

I Tartufi di Capizzi - foto Dario La Rosa

Tutti pazzi per il tartufo. Vero, tanto che il pregiatissimo alimento, molto diffuso anche fra i boschi di Calabria e Sicilia (sui Nebrodi in particolare) è stato oggetto di uno studio di un team internazionale che ne ha estratto il Dna.

"L’Institut national de la recherche agronomique (Inra), di cui fanno parte anche ricercatori italiani del Cnr di Torino e Perugia, dell’Università di Torino, Bologna, L’Aquila e Parma - si legge in una nota dell'Ansa - ha sequenziato i genomi di pregiate specie di tartufo, tra cui il tartufo bianco piemontese".

Adesso, quindi, possiamo sapere proprio tutto di quello che è considerato uno dei cibi più aromatici, oltre che costosi del mondo. I risultati sono stati pubblicati sulla rivista Nature Ecology  and Evolution.

"Dallo studio - continua la nota - è emerso che, in confronto ad altri funghi, i tartufi hanno un numero inferiore di geni che degradano le cellule delle piante su cui vivono, rispettando gli alberi che li ospitano. Il segreto del loro aroma, inoltre, risiede nella regolazione di una molteplicità di geni coinvolti nella produzione di composti organici volatili che attraggono gli animali, in particolare cani e maiali".

Proprio grazie a maiali e cinghiali che scavano, ad esempio, è nata l'ormai conosciuta sagra del tartufo di Capizzi, in provincia di Messina. "Eravamo a funghi - racconta lo scavatore amatoriale Peppino Russo - ma siamo rimasti colpiti da una strana pietra che fuoriusciva da una zolla scavata dai cinghiali. In realtà era un tartufo".

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