Vince un cognome proprio di persona che rappa da cantautore, la voce di un cantante che non canta e incanta. Una giudice che replica la vittoria della scorsa edizione. La finale più vista di sempre.
La parola di Anastasio: voto 10. Ha "sapore e idee". Vince a pennate, su corde che per la prima volta ad X Factor non sono quelle vocali. Ha scritto l'album dell'edizione, ha scritto un disco nell'edizione. Un singolo già certificato d'oro (“La fine del mondo”) e tracce di testi intestarditi e furiosi, creati live by live, in cui le musiche degli altri sono state giusto il pretesto (al massimo un'ispirazione) per mascherare di cover l'originale. Potrebbe essere teatro, recital, stare in libreria o in sala. Parola di Anastasio.
Le parolacce di Mara: voto 10. La prova “viva” che la volgarità sta altrove, tra buoni consigli e cattivo esempio. Inchiodata in pelle e oro, lei parla il rock dei suoi anni, si innamora del rap di questi tempi, se ne infischia delle “etichette” (ma le conosce meglio degli altri). E regna sull'unico trono saldo, in mezzo a sedie tarlate di nobili giudici ormai decaduti.
Le omelie di Manuel e Fedez: voto di castità. Dall'anno prossimo, astinenza dalla tv e consacrazione alla vocazione di musicisti. Il «ciclo concluso» dell'uno, la «sovraesposizione mediatica» dell'altro, il ritiro a vita privata per entrambi, opere di musica e divieto di apostolato: Fremantle dovrà cercare altri adepti, altrove.
La dislessia di Guenzi: voto 7 e Lodo. Se nella media conta il debito formativo da recuperare per essere subentrato ad anno in corso, dopo che Asia Argento (ieri non menzionata da nessuno) è stata spodestata dalla sua cattedra. Semplicemente se stesso, “indie” di nome e “pendente” di fatto.
La voce di Marco Mengoni: voto 9. Ospite oversize della serata. Tendente al dieci quando accetta di essere usato come talent symbol di XFactor. Duetta con Luna, concede ad Anastasio l'onore (e il merito) di riscriverlo, ai Bowland di condurlo nel loro oriente evanescente e a Naomi di salire nella sua tonalità, tra terze e altezze. I Muse, ospiti internazionali con menzione d'onore. Scivolano sotto il 6 politico i The Giornalisti e rimandato in palestra Tommaso Paradiso (che scivola sotto Cattelan), col fiatone dopo “un vocale di dieci minuti”. Ghali: autosufficiente in fatto di moda, autotune che va di moda.
La parabola di Naomi: voto 7. Seconda come fosse la prima. Prima tra “quelli che il canto”. Vincente l'intuizione di cambiare senso di marcia in corsa, sbatte nel frontale dell'ultima manche. Quella degli “inediti”, quindi del suo “antefactor”. Da vedere se, a fari spenti, si farà risentire.
L'interrogativo di Luna: voto 6.5. Terza. Il suo "best of" della seconda manche lo meritava. Probabilmente una che rappa e canta così a 16 anni in giro non c'è, ma bisogna capire se manca.
La morale dei Bowland: voto 9.5. Quarti. Pure Mengoni è finito dalle loro parti nella manche dei "duetti". Non il pubblico in chiaro, che ha rinviato la scelta aristocratica degli iraniani al giudizio popolare degli italiani.
Il "paroluto" MC Fierli: senza voto. Ha rappato, sovvertito le funzioni di Propp, trionfato con la hit "Manuto": è l'anti eroe di Strafactor.
Il manifesto di Sky: voto distinto. E complimenti per la trasmissione. Per streaming, media spettatori, interazioni complessive. Per led, palco, teste mobili, pod, due craine girevoli e 19 telecamere. E per il format che mantiene la forma. Anche se dal taglio di Simone Ferrari e dalle eccezioni di tilt, "cover inedite" e tre rapper sul podio... sarà difficile tornare indietro.
Dieci e lode al momento di silenzio "per le vittime di Corinaldo". Tutti fermi per un minuto, ammutoliti, a riflettere sul perché il tempo di Asia, Daniele, Benedetta, Mattia, Emma e mamma Eleonora sia stato interrotto per sempre.
Il monologo del pubblico: 48milioni di voti. Ha sempre deciso, sappiamo quanto ha votato, sapremo presto a chi si voterà.
La favoletta delle aspettative: voto 10. Cioè al massimo. Ma la storia la fa il superlativo relativo quando diventa superlativo assoluto.
Quasi tre milioni di spettatori. La finale di X Factor 2018 è stata vista nel complesso da 2 milioni 824 mila spettatori medi, in leggera crescita rispetto al 2017 con uno share complessivo del 13%. È la finale più vista di sempre su Sky. Record anche per i voti: oltre 48 milioni per l’intera edizione. La finalissima del talent show prodotto da Fremantle è stata seguita ieri su Sky Uno/+1 HD, TV8 e Cielo da 2.824.484 spettatori medi, con una share complessiva del 13% e un totale di 7.744.932 spettatori unici.
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