Sono stati premiati con le Stelle al merito del lavoro, conferite dalla Presidenza della Repubblica, 61 lavoratori di imprese private, provenienti da diverse province siciliane, segnalati dalle proprie aziende con almeno 25 anni di servizio continuativi nella stesso posto di lavoro, che si sono distinti per singolari meriti di perizia, di laboriosità e di buona condotta morale con una espressa capacità di contribuire attraverso invenzioni o innovazioni al miglioramento dei processi produttivi e organizzativi.
La cerimonia, organizzata dalla Prefettura, si è svolta nel teatro Politeama a Palermo. I nuovi maestri del lavoro sono 22 di Palermo, 2 di Agrigento, 10 di Caltanissetta, 13 di Catania, 2 di Enna, 4 di Messina, 2 di Ragusa e 6 di Siracusa.
Presenti il prefetto Antonella De Miro, delegata dal governo alla consegna delle stelle ai nuovi 'maestri del lavoro', il vice presidente della Regione Gaetano Armao, l'assessore regionale al Lavoro Antonio Scavone, l'assessore comunale al Lavoro Giovanna Marano, Francesco Rosario Averna, presidente gruppo siciliano cavalieri del lavoro, Lucio Maniscalco console regionale della federazione maestri del lavoro, Giovanni Vargetto, presidente regionale Associazione regionale lavoratori anziani.
"Ognuno degli insigniti - ha detto il prefetto Antonella De Miro - racchiude un mondo di esperienza e vissuto di vita professionale e familiare insieme intrecciato, fatto di attese, sacrifici, speranze, delusioni e vittorie, gioie e dolori. C'è per voi il rispetto, la considerazione, la stima dello Stato".
"Il lavoro richiamato nell'articolo 1 della nostra Costituzione - ha sottolineato il prefetto - è la più grande e nobile categoria dell'azione dell'uomo attraverso cui ogni persona realizza se stessa, esprime la propria personalità e contribuisce a far crescere la società e a favorire il bene comune".
Nel suo discorso il prefetto De Miro ha anche ricordato la strage di Portella della Ginestra, Pio La Torre, commemorato ieri, il generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, prefetto di Palermo per 100 giorni ucciso dalla mafia. "Per noi siciliani - ha detto il prefetto De Miro - la conquista dei diritti si è dovuta sempre accompagnare alla lotta alla mafia, mafia che è cresciuta fino a diventare potere che sfida la autorità dello Stato in cui si è espressa nel suo vero volto di rapina e ferocia".
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