Dopo 18 anni è definitivo: Fabio Camilli è figlio di Domenico Modugno, fratello di Marco, Massimo e Marcello. Tanto c'è voluto e con diversi procedimenti, per stabilire, dopo che la prova del dna già lo aveva accertato quattro anni fa in primo grado, che il 57enne attore (visto in tante serie tv da Don Matteo a Distretto di polizia, da Squadra antimafia a 1993) è un Modugno. E’ lui stesso a dare notizia all’Ansa della sentenza della I sezione civile della Corte Suprema di Cassazione, giusto qualche giorno dopo il venticinquesimo anniversario della morte del grande cantautore: «Ho dovuto fare una battaglia per poter affermare chi era mio padre. È stato un viaggio faticoso ed estenuante», sono state le sue prime parole.
Fabio aveva scoperto da adulto, non ancora trentenne, di essere nato da una relazione tra Mr Volare e sua madre la
ballerina e regista triestina Maurizia Calì, la «bellissima Kalì» di Pasqualino Maragià uno dei numerosi successi di
Modugno, successivamente coreografa al Sistina di Roma, teatro dove aveva conosciuto Romano Camilli, storico collaboratore di Garinei e Giovannini.
«Non ho fatto in tempo a conoscerlo - aveva detto nel 2001 commentando un articolo di Pier Luigi Diaco sul Foglio in cui si rivelava la notizia - quando ho saputo era già malato e poco tempo dopo è morto. E così le tante domande che avrei voluto fargli sono rimaste senza risposta. Così come quelle che avrei voluto rivolgere al padre con il quale ho vissuto per tanti anni. Quando sono riuscito a rimettere in piedi un rapporto, non più viziato da questa vicenda, anche lui purtroppo è morto».
Domenico Modugno dalla moglie Franca Gandolfi ha avuto tre figli: Marco, Massimo e Marcello. Quest’ultimo è stato a lungo amico di Fabio e anzi quando nel 2001 venne fuori la notizia del figlio segreto dichiarò: «Non posso avere la certezza biologica che Fabio sia mio fratello nè mio padre o mia madre ne hanno mai accennato. Ma non cambia nulla, Fabio è una persona molto bella e di talento, ero e resto suo amico. Lo conosco da 15 anni, siamo amici, è una persona bellissima e ci abbiamo scherzato su tante volte. Non so se sia vera o no, ma non cambierà nulla nei nostri rapporti. Mia madre e mio padre non l'hanno mai ammesso ed io rimango piacevolmente nel dubbio».
Da quel giorno però le cose cambiarono, Camilli ha visto sparire tutte le persone più coinvolte nella faccenda a
cominciare da sua madre. «A parole tutti sembravano pronti a sostenermi, ma nel momento in cui è stata pubblicata la notizia si sono resi vaghi, hanno preso le distanze. Anche mia madre, ed è la cosa che mi è dispiaciuta di più. Ne avevamo parlato, sono 14 anni che lo so» disse all’epoca. Così dopo una drammatica lettera alle sue due famiglie, Camilli, oggi Fabio Modugno, decise di andare avanti con la prova del dna. Dopo 12 anni, il 22 gennaio 2014 il verdetto del Tribunale di Roma sull'accertamento di paternità - arrivato a distanza di pochi giorni dalla decisione della Cassazione che aveva convalidato il disconoscimento di paternità del genitore "legittimo" Romano Camilli - stabilì che Fabio è il quarto figlio di Mimmo Modugno.
Immediato il ricorso della famiglia Modugno: oggi dalla Cassazione la parola "fine" alla vicenda che oltre ad essere un caso familiare è anche un caso economico vista la milionaria rendita Siae dell’autore italiano più famoso al mondo. «Il procedimento di riconoscimento di paternità della durata media di 4-5 anni si è trasformato per me in un percorso a "ostacoli" lungo (e credo sia un record) 18 anni. Comunque ce l'ho fatta, è finita. Sono molte le persone che dovrò ringraziare per essermi state vicine in questi anni. In particolare l’avvocato Gianfranco Dosi che in tutti questi anni ha saputo tenere la barra dritta durante questa lunghissima tempesta giuridica riuscendo alla fine a condurci in porto vivi e vittoriosi».
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