Lancette indietro di un’ora nella notte fra sabato e domenica. Torna infatti l’ora solare, che ci accompagnerà fino al 29 marzo 2020. Potrebbe essere l’ultima volta: entro aprile 2020 l’Italia dovrà scegliere, stando a una direttiva europea, se continuare con l’alternanza o rimanere fissi sull'ora legale. In ogni caso gli italiani godranno di un’ora in più di sonno, pagando lo scotto di vivere giornate con un’ora in meno di sole la sera. Termina così dopo 7 mesi l’ora legale, la variazione convenzionale dell’orario astronomico. Con l’uso dell’ora legale si determina che, per un dato territorio, l’ora ufficiale dello stato venga calcolata in anticipo rispetto all’ora solare (naturale).
Le ragioni sono due: da un lato questa misura consente risparmi energetici, poichè centrando una parte rilevante delle attività durante le ore di luce solare si riduce il ricorso all’illuminazione artificiale; dall’altro i cittadini possono beneficiare di un maggior numero di ore di luce solare. Nella storia del nostro Paese la prima adozione dell’ora legale - nata da un’intuizione di Benjamin Franklin - è datata 1916, quando fu limitata al solo periodo estivo.
Fino al 1920, l’inizio fu anticipato a marzo ma per i successivi venti anni non se ne parlò più. L’ora legale tornò in auge solo nel 1940, in pieno periodo bellico, e proseguì durante la 'ricostruzionè fino al 1948: è proprio in quell'anno che lo spostamento delle lancette fu il più anticipato della storia, al 29 febbraio. Per i diciotto anni successivi l’ora solare tornò a dominare per tutti e dodici i mesi dell’anno mentre l’adozione definitiva di quella legale si ebbe nel '66, dal 22 maggio al 24 settembre. Si continuò, con inizio dell’orario estivo nella tarda primavera, fino al 1979: nel 1980 lo spostamento delle lancette fu anticipato al 6 aprile, ma dal 1981 in poi la domenica di riferimento per l’inizio dell’orario 'estivò è sempre stata l’ultima di marzo e quella per il ritorno della 'solarita» l’ultima di ottobre. Ora, come detto, la proposta della Commissione Europea è consentire a ciascun Stato di decidere se applicare o meno l’ora legale o quella solare in maniera permanente. La proposta deriva dal fatto che il motivo del risparmio energetico «non sussiste più».
Nei mesi di aprile e ottobre si è registrato, come di consueto, il maggior risparmio di energia elettrica. Ciò è dovuto al fatto che questi due mesi hanno giornate più «corte» in termini di luce naturale, rispetto ai mesi dell’intero periodo. Spostando in avanti le lancette di un’ora, quindi, si ritarda l’utilizzo della luce artificiale in un momento in cui le attività lavorative sono ancora in pieno svolgimento. Nei mesi estivi come luglio e agosto, invece, poichè le giornate sono già più lunghe, l’effetto «ritardo» nell’accensione delle lampadine si colloca nelle ore serali, quando le attività lavorative sono per lo più terminate, e fa registrare risultati meno evidenti in termini di risparmio di elettricità.
Dal 2004 al 2019, secondo i dati elaborati da Terna, il minor consumo di elettricità per il Paese dovuto all’ora legale è stato complessivamente di circa 9,6 miliardi di kilowattora (quantitativo equivalente alla richiesta di energia elettrica annua di una regione come la Sardegna) e ha comportato in termini economici un risparmio per i cittadini di oltre 1 miliardo e 650 milioni di euro.
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