AstroLuca posta su Twitter la foto ricordo della sua passeggiata spaziale, nella quale la Stazione Spaziale si riflette sul visore del suo casco, con la Terra ben visibile in secondo piano. "L'intera Iss riflessa nel mio visore, con la Terra ben visibile in secondo piano. Una versione dal vivo del logo della missione Beyond", scrive l’astronauta Luca Parmitano, dell’Agenzia Spaziale Europea (Esa). Con il collega Andrew Morgan della Nasa, AstroLuca è stato protagonista, con il ruolo di leader, il 15 novembre scorso, dell’'acrobatica' passeggiata spaziale per 'ringiovanire' il cacciatore di antimateria Ams-02 (Alpha Magnetic Spectrometer). L’astronauta italiano sarà leader dell’intera serie di passeggiate spaziali previste per sostituire le pompe di raffreddamento di Ams-02. Per nulla affaticato dalla passeggiata spaziale da record, Parmitano è riuscito a superare brillantemente il primo esame di guida a distanza di un robot sulla Terra. Lo ha telecomandato dalla sua postazione a bordo della Stazione spaziale internazionale (Iss) mentre orbitava alla velocità di 7,8 chilometri al secondo. Il rover, situato in un laboratorio di Valkenburg, nei Paesi Bassi, sarà nuovamente telecomandato fra una settimana per simulare l'esplorazione del suolo lunare nell’ambito dell’esperimento Analog-1, con cui l’Agenzia spaziale europea (Esa) intende testare il controllo dall’orbita dei futuri rover che opereranno sulla Luna e su Marte. Dopo una prima verifica degli strumenti e un pranzo veloce, consumato anche dai tecnici a terra con una pizza celebrativa, AstroLuca ha affrontato il suo test di guida impiegando una decina di minuti per muovere il rover lungo il percorso prestabilito di circa 40 metri, segnato all’interno del laboratorio da una serie di coni arancioni. Infine, come da programma, ha prelevato una pietra colorata di blu utilizzando la pinza del braccio robotico. Lo ha fatto grazie ad uno speciale joystick con retroazione di forza dotato di sei gradi di movimento: i segnali, inviati tramite una sorta di Internet spaziale, hanno permesso all’astronauta di vedere e percepire l'attività del robot, nonostante un certo ritardo nelle comunicazioni.