Nel 2019 le nascite in Italia sono state 435 mila, il dato più basso mai riscontrato nella storia del Paese. Lo riferisce l’Istat nell’annuale rapporto sugli indici demografici. Per contro, il numero dei decessi, 647 mila, pur di poco inferiore al record riscontrato nel 2017 (649 mila), "rispecchia in pieno le tendenze da tempo evidenziate». Nell’ultimo biennio, in particolare, tra le donne residenti in età feconda (convenzionalmente di 15-49 anni) - scrive l’Istat - si stima una riduzione di circa 180mila unità». A questo si aggiunge il fatto che i tassi di fecondità «continuano a mostrare un sostanziale declino nelle età giovanili (fino a circa 30 anni) e un progressivo rialzo in quelle più anziane (dopo i 30)». «L'età media al parto - continua l’istituto - ha toccato i 32,1 anni, anche perché nel frattempo la fecondità espressa dalle donne 35-39enni ha superato quella delle 25-29enni. Non solo, fanno più figli le donne ultraquarantenni di quanti ne facciano le giovani sotto i 20 anni di età mentre il divario con le 20-24enni è stato quasi del tutto assorbito». Rilevante è il contributo alla natalità da parte delle donne immigrate. Circa un quinto delle nascite del 2019, infatti, è da parte di madre straniera. Tra queste, pari a un totale di 85mila, 63mila sono quelle prodotte con partner straniero (che quindi incrementano il numero di nati in Italia con cittadinanza estera), 22mila quelle con partner italiano".