Fiorello e la vita casalinga ai tempi del Coronavirus. Ospite telefonico di Un Giorno da Pecora, su Rai Radio1, il popolare showman ha raccontato a Giorgio Lauro e Geppi Cucciari come sta passando questo periodo di isolamento casalingo, raccontando la vita di tutti i giorni con sua moglie Susanna a partire dal pranzo quotidiano: «Abbiamo il pranzo un po’ in avanti nell’orario, per arrivare prima a sera».
Oggi cosa avete preparato?
«Sto mangiando la pasta al forno che abbiamo cucinato ieri e ci teniamo per due o tre giorni. E poi una specie di peperonata pesantissima, una ratatouille».
Ha cucinato lei o sua moglie?
«No, io sono addetto allo “sparecchio”, mentre mia moglie inserisce tutto nella lavastoviglie».
Come passa le sue giornate?
«Sono più le cose che sto facendo adesso che normalmente: sono sempre in collegamento con qualcuno, come con Jovanotti su Instagram».
Sta facendo attività fisica?
«Sì, con un’applicazione che si chiama Tabata».
Quindi lei non esce mai di casa?
«Esco solo nel giardino condominiale con il cane, la mattina. E quando torniamo a casa gli disinfettiamo le zampette».
Cosa le manca di più in questo momento?
«Per esempio via Asiago durante Viva RaiPlay!: c’era una confusione di gente, con tutti i programmi di Radio2, il mio e quel gazebo fuori dal palazzo che si mischiavano. C’era una coacervo di vite che si intrecciava. Spero che torni tutto, e sono sicuro che apprezzeremo anche una stretta di mano, anche quello sarà un momento bellissimo».
Anche lei resta in contatto con amici e parenti attraverso le videochiamate?
«Mia madre ha 84 anni, l’ho dotata di smartphone e adesso la chiamo in video ogni mattina e facciamo colazione insieme».
Sabato scorso Viva RaiPlay! è stato interrotto per mandare in onda le comunicazioni del premier Giuseppe Conte, ma il suo programma andrà in onda su Rai1 anche i prossimi due sabati.
«Ma io Conte l’ho messo in scaletta!».
E infine il sicilianissimo Fiorello fa un appello ai suoi conterranei affinché restino nelle proprie abitazioni. Fiorello ha lanciato i suo appello ai siciliani, rigorosamente in dialetto: «Ognuno si stassi a so casa! Dovete stare a casa!».
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