È evidente che il virus non ha perso carica virale e che gli asintomatici sono infettivi. Cristina Giraldi è il segretario nazionale dell’Associazione dei microbiologi clinici italiani. Nel suo campo è unanimemente riconosciuta come un’autorità scientifica. Partita la “Fase 2” le abbiamo posto alcune domande per capire cosa stia cambiando nel modo di manifestarsi del Coronavirus e nelle strategie di contrasto all’epidemia.
Partiamo dai test sierologici: quanto è importante eseguirli in Calabria?
"Nelle regioni italiane dove vi è stata la più alta incidenza di Covid è partita una indagine sierologica con due finalità, la prima è epidemiologica per verificare il movimento del virus, dove è stato e le persone che ne sono venute a contatto, l’altra è diagnostica per individuare se una persona è infetta ed ha sviluppato anticorpi specifici contro il virus. L’obiettivo è di studiare la diffusione dei contagi nella popolazione per capire le soluzioni da adottare nel dopo emergenza e rilevare la soglia di immunità. Non tutti ovviamente saranno sottoposti a questa indagine, ma solo il personale sanitario, delle RSA e di pubblica assistenza. Penso che anche in Calabria questo tipo di valutazione, indirizzata a queste categorie, possa essere utile".
Perché si sta registrando una percentuale così alta di asintomatici?
"Sicuramente perché si eseguono più tamponi o test immunologici in grado di individuare anche le persone asintomatiche. Attualmente il test più affidabile per individuare i soggetti infetti è sicuramente il tampone, e, a tale riguardo, vorrei sottolineare che è inattuabile, come al contrario molti sostengono, la possibilità di estendere tale diagnostica a tutta la popolazione per due ragioni. La prima è legata alle difficoltà di approvvigionamento di questi test molecolari, considerati di terzo livello diagnostico per la loro complessità, l’altra è legata alla difficoltà di reperire personale con un’expertise idonea ad eseguirli in un ambiente protetto ed a interpretarli".
Ma sono infettivi gli asintomatici?
"Al contrario di quanto all’inizio dell’epidemia si pensava, oggi si può certamente affermare che anche gli asintomatici sono infettivi ed a tutte le età".
Dobbiamo ancora avere paura del virus in vista dell'estate?
"Questo è un virus sicuramente da temere anche se forse in estate ci darà una parziale tregua, per ripresentarsi poi in autunno. Sposo pertanto l’ottimismo di Guido Silvestri (professore ordinario all’Emory University di Atlanta) che ha indicato le ragioni di un possibile calo delle infezioni in estate tra cui quella più importante legata alla difficoltà del virus a diffondersi perché le 'goccioline' che lo veicolano evaporano più rapidamente perdendo la sua capacità infettante. Inoltre, in estate, le persone con il caldo mantengono più facilmente la distanza sociale passando più tempo all’aperto e meno in spazi chiusi ed affollati".
Si è ridotta la virulenza del virus?
"Negli ultimi giorni diversi esperti hanno fatto dichiarazioni in questa direzione alla luce soprattutto della diminuzione dei ricoveri anche laddove vi era un numero sostenuto di contagi. Sono delle supposizione che, se non avvalorate da conferme certe, possono essere molto pericolose, soprattutto se recepite dalla popolazione, che in attesa, del vaccino, deve continuare rigorosamente a mantenere la distanza sociale, utilizzare le mascherine ed igienizzare le mani. SARS CoV2 non si è modificato e rimane un virus ad alta contagiosità ed a elevata patogenicità. È cambiato sicuramente l’approccio comportamentale e terapeutico dei medici sul territorio. Oggi vi è la possibilità di valutare in brevissimo tempo la catena dei contagi, di monitorarli con l’obbligo di quarantena, fino alla perdita della loro infettività o di intervenire prontamente laddove inizia la malattia con adeguate terapie domiciliari".
C'è molta attesa, intanto, per l'esito dei 1700 tamponi eseguiti sui calabresi rientrati in questi giorni che sono in via di “processazione” a Napoli. Ma quanto ci vorrà per conoscere i risultati degli esami virologici?
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