Venerdì 03 Maggio 2024

Da Autocertificazione a Zone rosse, il nuovo alfabeto ai tempi del Coronavirus

Oltre due mesi di emergenza ci consegnano un glossario tutto nuovo. Parole, concetti, frame che non dimenticheremo facilmente. Istantanee di una quotidianità che mai ci saremmo aspettati di vivere. Autocertificazione Motivi di salute, comprovate ragioni lavorative, ragioni di urgenza o necessità: un foglio di carta, i cui contenuti sono più volte mutati, divenuto indispensabile accessorio per gli spostamenti. Patente, libretto... e autocertificazione. Più preziosa di un pass per il più esclusivo dei party. Balconi Dall’inno di Mameli a Rino Gaetano, nei primi giorni del lockdown i balconi di tutta Italia si sono trasformati in privati palchi dai quali esibirsi, un coro unico lungo lo Stivale. Congiunti Il grande rebus della Fase 2. Chi sono i congiunti? E via con corsi intensivi di giurisprudenza per capire chi sia da considerare o meno affetto stabile e individuare il cugino di sesto grado, di cui non si conosceva nemmeno l’esistenza ma che è finito per diventare il destinatario di una irrinunciabile visita troppe volte rimandata (o mai contemplata). Distanza Il vero anticorpo, in attesa del vaccino, contro il coronavirus. Elemento chiave di una emergenza in cui ci è stato spiegato che allontanarsi sarebbe stato sinonimo di salvezza. Ma è anche la D di droni... a proposito, che fine hanno fatto? Eroi Invece del mantello rosso hanno un camice bianco: medici, infermieri, barellisti, scienziati da laboratorio. La vera trincea anti-Covid. Volti anonimi di una missione silenziosa. Fase 2 È stata a lungo attesa, giudicata sulla carta troppo simile alla Fase 1, vissuta nella pratica come troppo vicina ad una Fase 3. Ma il vero capodanno di questo 2020 è stato il 4 maggio. Guanti Sono utili o no? Un’interpretazione chiara non è mai stata data. Ma nel kit dell’emergenza i guantini in lattice non possono mancare. Con tanto di tutorial griffato Barbara D’Urso su come indossarli e soprattutto su come sfilarli. Home working Lo smart working è una cosa, l’home working è un’altra. Ed è ques’ultima la modalità di lavoro che milioni di italiani hanno sperimentato. Abbattendo il salvifico muro che separava casa e lavoro. E chissà in quanti rimpiangono, oggi, quello che fino a un paio di mesi fa era l’odiatissimo ufficio. Igienizzante Nei primi giorni dell’emergenza era un bene divenuto più primario del pane, più prezioso dell’oro. Oggi la sua presenza o meno dentro le attività commerciali è cartina di tornasole di quanto, lì dentro, ci si possa sentire al sicuro. Lievito Uno dei protagonisti assoluti, specie della Fase 1. Si è preso la sua grande rivincita, lui, ingrediente abitualmente ignorato e solitamente confinato in un angolo sperduto del supermercato, improvvisamente divenuto merce rara, in cima alla lista dei prodotti più venduti. E dentro casa in tanti si sono riscoperti novelli pasticceri o panettieri. Con quali risultati? Lo dirà la prova costume. Mascherina Torniamo al kit del cittadino modello ai tempi del coronavirus. Scambiata da tanti come una sorta di scudo dell’invincibilità, al centro del dibattito quando si discuteva o meno sulla sua utilità per chi fosse sano come un pesce, oggi è accessorio principe di chiunque esca da casa. Numeri Per settimane l’appuntamento fisso delle 18 con la diretta della Protezione civile, poi meno di un’ora dopo con il prode Max Minutoli nella sede del Coc di Messina: tutti col fiato sospeso, per conoscere dati su contagi, vittime, ricoveri, curve, R0 e quant’altro. Come ai tempi dei bollettini di guerra. Ordinanze Come complicarsi la vita senza un perché. I Dpcm di Conte, le ordinanze di Musumeci, quelle di De Luca. Un labirinto normativo, nel quale per troppo tempo non ci si è riusciti ad orientare. Il conto? Lo abbiamo perso, bandiera bianca. Passeggiata Anche i più aficionados dell’auto hanno riscoperto quanto possa essere oggetto del desiderio una passeggiata. Col cane, col figlio piccolo, spacciata per improbabile e mai, in passato, considerata attività motoria. Quante paia di scarpe da tennis sono state tirate fuori dagli armadi... Quarantena Una parola del genere mette soggezione solo a pronunciarla. Sembrava appartenere solo a vocabolari del passato, oggi, dopo essere stata un obbligo, è diventata un’opzione. Che nessuno rimpiangerà. #restoacasa L’imperativo categorico, accompagnato dall’immancabile hashtag, dell’intera emergenza. La più artigianale delle armi di difesa, in una guerra combattuta dal divano in salotto. Spesa e Spazzatura Le due incombenze meno amate dagli italiani, fino agli inizi di marzo. I due momenti più attesi, ore d’aria di una prigionia senza sbarre chiamata Covid-19. Tolettatura Uno dei tanti arcani normativi dei primi giorni della Fase 2. Col cane ci potevi passeggiare anche nella fase più rigida del lockdown. Ma se fosse possibile curarne l’igiene lo si è capito solo poche ore fa. Untori Camminano di pari passo con l’epidemia, senza nemmeno scomodare la peste manzoniana. La caccia all’untore è insita nella natura umana. Anche quando somiglia ad una caccia alle streghe. Videochiamata L’unico contatto sociale consentito per settimane. E il più democratico. Che fossero vip, parenti, amici del quartiere: nessuna differenza di ceto, basta scegliere il software più consono. Anche per le lezioni scolastiche a distanza, altro simbolo di un’epoca senza eguali. Zone rosse Nei film le vedevamo confinate da filo spinato, posti di blocco e avamposti militari. Stavolta, però, non era una rassicurante finzione.

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