Questo sito contribuisce all’audience di Quotidiano Nazionale

Tale e Quale, Ward: "Mi trasformerò davvero stavolta sarò... l'autentico Luca"

“Trasformismo” è la parola d’ordine di “Tale e Quale Show”, uno dei più amati format di Rai 1, che partirà stasera (ore 21.25) con la decima edizione, offrendo come sempre al pubblico le esilaranti performance di noti professionisti dello spettacolo, nei panni di grandi star della musica italiana ed internazionale. Perché il talento ha più facce, e ciò è tanto più vero quanto più la capacità di abbracciare varie espressività sia già parte della storia umana e professionale dell’artista. Questo il caso di Luca Ward, uno dei più grandi doppiatori italiani – inconfondibile voce di star del calibro di Russell Crowe, Hugh Grant, Pierce Brosnan e Samuel L.Jackson – ma anche interprete di film, fiction e pièce teatrali. Un artista versatile, sempre pronto a nuove sfide, come quella che lo vedrà tra i protagonisti del programma di Carlo Conti.

Uno dei doppiatori più amati diventa un imitatore. Si potrebbe pensare ad un vantaggio… o parliamo di settori completamente differenti?

«È come il nostro sistema solare e un altro: due mondi opposti che non hanno nulla in comune. Non sono un imitatore, lavoro da diversi anni col mio impianto fonetico e non sono abituato a fare una voce che non sia la mia. Da quando ho accettato di fare “Tale e Quale” ho ingaggiato un conflitto col mio sistema personale, perché se comincio per esempio a fare Baglioni, esce un mostro interno che mi dice “Che stai a fa’? Non è roba tua! Se usi questa voce poi non lavorerai più!”. È un contrasto micidiale ma divertentissimo, perché è stimolante tenere a bada il mostro e provare a fare cose tanto diverse. Non è facile, per me poi che lavoro con la mia voce, farne un’altra. Doppio Samuel L.Jackson e Hugh Grant, ma in quel caso è l’interpretazione che mi guida, seguo l’impostazione recitativa dell’attore; qui devo fare una voce diversa. Quindi non parto avvantaggiato, semmai con uno svantaggio in più. Ma va bene così, la storia della mia vita è fatta di partenze complicate».

Cosa rappresenta l’avventura di “Tale e Quale Show” per te che ti sei cimentato in diversi campi dello spettacolo?

«Sarà certamente un grosso arricchimento professionale; ma uno dei motivi che mi ha spinto ad accettare la sfida è che il pubblico vedrà chi sono veramente, ossia il Luca autentico. Ho spesso interpretato ruoli negativi: cattivi, spietati, iene, poliziotti corrotti, spacciatori…. Io non sono quello, ma l’opposto: un uomo solare e allegro, e finalmente avrò l’occasione di dimostralo».

Come affronti il trucco, parte molto impegnativa dello spettacolo?

«Il trucco è fondamentale, fa il 70% dell’opera. Mi conforta il fatto che sarò in ottime mani, perché l’equipe di “Tale e Quale” include i reparti tecnici Rai, con persone d’esperienza e grande professionalità. Per il primo travestimento ho fatto la prova del trucco e alla fine ho visto l’artista al di là dello specchio. Questo mi ha reso tranquillo sulla possibilità di fare star che non c’entrano nulla con me. Ma fino a un certo punto, perché se dovessi interpretare i Cugini di Campagna non saprei da dove cominciare, troppo lontani da me. Infatti ho provato a dire a Carlo Conti “Perché mi fai fare cose tanto fuori dai miei schermi?“. “Perché questo è quello che la gente si aspetta da te” ha risposto. Così, in maniera intelligente e tranquilla, mi ha portato su una strada più impegnativa, ma più divertente, nonostante il duro lavoro sulla voce e le lunghe ore di prove».

A proposito di grandi personaggi, ce n’è qualcuno che ti piacerebbe imitare?

«Ci sono figure che hanno fatto parte della mia vita, in particolare cantanti amici di mio padre come Domenico Modugno, Walter Chiari e Johnny Dorelli. Li vorrei imitare proprio per una questione affettiva. Mi piacerebbe anche trasformarmi in Phil Collins o nei Pink Floyd, ma li considero un miraggio, impossibili da imitare».

Tag:

Persone:

Caricamento commenti

Commenta la notizia