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Masterchef si rinnova, ma la cucina resta "un atto di speranza"

Selezioni via zoom. E Bruno Barbieri stavolta sarà "Il Signor No"

Fuochi accesi, mestoli lucidi e grembiuli ben allacciati. Sfoderate i vostri libri di cucina e tenete gli occhi aperti per scovare i “mappazzoni”: domani parte la decima stagione di Masterchef, il talent culinario di Sky - prodotto da Endemol Shine Italy - in onda ogni giovedì alle 21.15 su Sky Uno (in streaming su NowTv). La ricerca del migliore chef amatoriale d’Italia anche quest’anno sarà condotta dal trio di giudici/chef, composto da Bruno Barbieri, Antonino Cannavacciuolo e Giorgio Locatelli, per un mix azzeccato di preparazione, stile e humour.

L’attesa per il talent più ambizioso di Sky è notevole ma l’avvento del Covid ha ovviamente stravolto le carte in tavola e l’edizione stata presentata ieri avrà notevoli cambiamenti. Il Covid ha reso tutto più arduo, sin dalle selezioni: i concorrenti sono stati pre-giudicati via zoom. «Siamo entrati nelle loro cucine – ha detto Giorgio Locatelli – c’abbiamo parlato e visto i loro piatti e le loro cucine. Vi posso garantire che anche a distanza si capisce chi ha i numeri per questo talent». Dopodiché i concorrenti meritevoli sono stati invitati a Milano. «Con le nuove norme nessuno poteva portare cibo da casa – hanno detto Nils Hartmann (Senior Director Original Production Sky Italia) e Stefania Rosatto (curatrice Masterchef Italia per Endemol Shine Italy) – e ciascuno aveva 5 minuti per entrare nella mitica dispensa di Masterchef, prendere gli ingredienti e andare davanti ai giudici per il Live Cooking».

L’uomo immagine della decima edizione sarà chef Bruno Barbieri nei panni del “Signor No”: «Ho fatto parte della giuria in tutte le edizioni, quest’anno sarò ancora più esigente. Questo è Masterchef: o sai fare una salsa bernese oppure ti togli il grembiule e vai a casa». Non mancherà la suspense e la lotta si annuncia accesa per ottenere i grembiuli (quello grigio con due sì su tre, quello bianco, entrando subito in cucina, con tre sì). In palio, oltre al titolo, centomila euro e la pubblicazione di un libro di ricette.
«Abbiamo vissuto dentro una bolla – ha detto chef Antonino Cannavacciuolo – tutti insieme, con lo staff e la produzione, cui si sono aggiunti i 21 concorrenti in gara per un format sempre più eco-friendly e plastic-free che guarda al futuro ma non dimentica l’importanza dei sapori di casa. Ci siamo divertiti molto. Il Covid ha costretto la produzione a fermare il casting ma il risultato è un talent rinnovato che ha saputo dare visibilità a piccoli produttori e rimettere al centro del discorso l’impiattamento, croce e delizia per molti chef, anche stellati».

Non mancheranno i cavalli di battaglia, le Mystery Box, l’Invention Test e il temutissimo Pressure Test. Confermato anche lo Skill Test, «una sorta di “esame a sorpresa” molto tecnico, sviluppato su tre livelli di difficoltà crescente». Confermate però alcune esterne – fra cui il Lago d’Iseo e Crespi d’Adda, villaggio industriale patrimonio Unesco – e nella bolla covid-free sono giunti anche ospiti illustri, a partire dal temuto Maestro Iginio Massari, lo chef Jeremy Chan, Mauro Colagreco, lo chef pluristellato fondatore del ristorante Mirazur a Mentone, e l’enfant prodige Flynn McGarry. Infine, Cannavacciuolo ha ribadito il mantra di non sprecare cibo – «il giorno dopo, gli avanti vanno nella pasta ripiena o in una frittata di pasta» – e Barbieri ha messo in guardia: «In Italia quando gioca la nazionale di calcio e quando c’è Masterchef ciascuno dice la sua, siamo tutti allenatori e chef. Ma la decima sarà un’edizione molto agguerrita, vedrete. Da subito si sono formate fazioni e rivalità. Ne vedrete di tutti i colori».

Ma i tre giudici e chef stellati hanno anche commentato lo status quo del mondo della ristorazione fra ansie, aspettative e ben poche certezze. «A Londra da oggi sarà tutto chiuso, la situazione è tragica» afferma Locatelli, proprietario del Locanda Locatelli nel quartiere Marylebone, una stella Michelin: «Senza un flusso di incassi costante la ristorazione muore. Ma posso dire che in Inghilterra il sistema ha retto, le imprese sono assistite e non abbiamo dovuto chiudere o licenziare nessuno». Ma quando si torna in Italia, il tono cambia.

Cannavacciuolo, proprietario del ristorante Villa Crespi, sul Lago d’Orta, 2 stelle Michelin, predica prudenza: «Il caos non serve a nessuno in questo momento. I rimborsi di oggi saranno il debito di domani, abbiamo bisogno di una strategia, non di soldi a pioggia. Bisogna ripensare al mestiere e provare a salvare il posto dei dipendenti, l’anima del ristorante». Infine, Barbieri, ben 7 stelle Michelin nei suoi 4 ristoranti sparsi per lo stivale: «La ristorazione muove un’economia importante, non solo il cibo ma alberghi e bar fanno una parte di Pil che necessita risposte e una strategia per il post-Covid. Vorrei tanto sapere perché non sono arrivati gli aiuti, ma al contempo sono certo che ci riprenderemo e come dopo una guerra anche stavolta saremo capaci di rimetterci in pista. Il mio motto è sempre lo stesso: non mollare mai». La cucina, dopotutto, «è un atto di speranza».

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