La zona rossa lascia pochissime libertà. Fido e Fufi si accovacciano uno accanto all’altro a distanza più ravvicinata dal padrone. Il cane è più tonico. Il micio nervoso e annoiato. Il rumore di fondo è differente. Anche i codici: le loro orecchie si sollevano frequentemente di fronte a raffiche di numeri, i loro occhi riconoscono immagini di medici, infermieri, tamponi, provette, vaccini, ospedali, politici e giornalisti. Il padrone trascorre gran parte della giornata sul divano. Tv sempre accesa, telefonino in mano, pc connesso sui siti d’informazione h24. C’è un altro nemico adesso, che modifica lo stile di vita di tutti, esseri umani e animali. Il padrone chiama per nome il suo molosso che ormai ha perso 10 kg. Sono le 22 e inizia il solito coprifuoco. E’ l’ora di andare fuori per i bisogni. Passano 60 minuti: giro del palazzo ad andatura veloce per altre esigenze canine. Fufi, nel frattempo, si raggomitola.
È notte: il nome di Fido rimbomba per l’ennesima volta tra le mura domestiche. Occorre accompagnare il padrone a gettare la spazzatura, fino alle 24 è consentito. Rientrano in casa. Fido, esausto, abbaia. Se avesse la parola esclamerebbe: “Che fatica, rimarrei a cuccia anche a costo di utilizzare la lettiera di Fufi”. Quest’ultimo miagola più forte del solito. Vorrebbe dire: “Portatemi al guinzaglio in giro come Fido, mi serve un po’ d’aria”.
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