Sono oltre tre milioni i catechisti nel mondo, e sono soprattutto laici e donne. Accompagnano i bambini nel percorso verso la Prima Comunione o la Cresima ma in alcune realtà, dove la presenza di sacerdoti scarseggia, come in Africa e in America Latina, sono loro a reggere le comunità cattoliche. Accade per esempio in Amazzonia dove la vastità del territorio non consente una presenza costante ai pochi sacerdoti che operano nell’area. Ora il catechista non sarà più la figura fai-da-te scelta dal parroco, e talvolta anche non formata a sufficienza, ma un vero e proprio 'ministerò ecclesiale. Così come gli altri servizi ufficiali della Chiesa, dal presbiterato al diaconato, dall’accolitato al lettorato, anche chi è chiamato alla preparazione dei sacramenti in parrocchia, svolgerà un compito 'ufficialè.
La Lettera Apostolica in forma di «Motu proprio» di Papa Francesco "Antiquum ministerium" con la quale si istituisce il ministero di catechista sarà presentata alla stampa l’11 maggio. Secondo le ultime statistiche della Chiesa cattolica, diffuse a fine 2020, i catechisti nel mondo sono 3.076.624 e avevano registrato un calo di 43.697 unità rispetto all’anno precedente. Secondo gli ultimi trend diminuiscono in America, Europa ed Oceania, mentre aumentano in Africa e in Asia. Si tratta però delle persone "intercettate" dalle statistiche ufficiali. In realtà il ruolo di catechista è spesso informale e si calcola che siano molti di più rispetto ai tre milioni censiti ufficialmente dalla Chiesa. Il Motu Proprio del Papa, istituendo un 'ministerò apposito, scrive un pezzo di storia della Chiesa.
Sarà un riconoscimento importante - sottolineano fonti vaticane - per milioni di catechisti. Oggi rivestono un ruolo di responsabilità e di guida delle comunità cristiane, almeno in alcune realtà, che è ben superiore a quello di coloro che svolgono servizi liturgici accanto ai sacerdoti, come gli accoliti o i lettori, che sono invece già riconosciuti come "ministero". Il Motu Proprio del Papa - che sarà illustrato nella conferenza stampa dell’11 maggio da mons. Rino Fisichella, presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione - fisserà anche i paletti per la scelta delle persone, la formazione e l’iter che dovranno seguire per poter compiere questo servizio.
E’ un provvedimento che il Pontefice aveva nel cuore da qualche anno, da quando, in un videomessaggio del 2018 ai partecipanti a un convegno internazionale sull'argomento, aveva affermato che il "catechista è una vocazione": «Essere catechista, questa è la vocazione, non lavorare da catechista». Nell’incontro con l'Ufficio catechistico nazionale della Cei, lo scorso 31 gennaio, Papa Francesco aveva invece sottolineato: «Questo è il tempo per essere artigiani di comunità aperte che sanno valorizzare i talenti di ciascuno. È il tempo di comunità missionarie, libere e disinteressate, che non cerchino rilevanza e tornaconti, ma percorrano i sentieri della gente del nostro tempo, chinandosi su chi è ai margini».
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