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Omofobia, il Vaticano contro il ddl Zan: "Viola il Concordato"

Il Vaticano ha chiesto formalmente al governo italiano di modificare il ddl Zan, il disegno di legge contro l’omofobia. Secondo la Segreteria di Stato violerebbe «l'accordo di revisione del Concordato». E' stata per questo consegnata all’ambasciata italiana presso la Santa Sede una nota a firma del Segretario vaticano per i rapporti con gli Stati monsignor Paul Richard Gallagher. Lo scrive il Corriere della Sera.

Letta: sosteniamo il ddl Zan, pronti a dialogo su nodi

«Noi siamo sempre stati favorevoli a norme molto molto forti contro la omotransfobia, e rimaniamo favorevoli a queste norme e al ddl Zan, ma siamo sempre stati aperti al confronto in Parlamento e guarderemo con il massimo spirito di apertura ai nodi giuridici». Lo ha detto il segretario del Pd Enrico Letta a Radio Anch’io, commentando le indiscrezioni secondo le quali il Vaticano avrebbe chiesto uno stop del ddl Zan. «Siamo pronti a guardare i nodi giuridici pur mantenendo un favore sull'impianto perchè la norma è di civiltà per il nostro Paese, il nostro è sempre stato un atteggiamento di apertura».

Bonetti: per avere legge serve dialogo tra partiti

La posizione dura del Vaticano sul disegno di legge Zan contro l’omotransfobia è «un atto che se fosse in questi termini attiene al rapporto tra Stati, quindi evito di esprimermi per il rispetto del rigore dei processi istituzionali. Sulla legge c'è un dibattito in Parlamento, Iv porta avanti un’idea di ricomposizione della politica, per dotare il Paese di una legge che condanni l’omotransfobia va usato il metodo della politica, del dialogo tra i partiti, non del dibattito ideologico». Così la ministra della Famiglia Elena Bonetti su Sky Tg24.

Partito Gay: ingerenza del Vaticano, Draghi dica di no

«Troviamo preoccupante l’ingerenza del Vaticano sulla Legge Contro l’omofobia, peraltro l’art. 7 da loro citato di fatto proibisce qualsiasi corso nelle scuole contro le discriminazioni verso le persone LGBT (lesbiche, gay, bisex e trans) e l’art.4 consente di chiamarci malati ed inferiori": Lo dichiara Fabrizio Marrazzo Portavoce Partito Gay per i diritti LGBT+, Solidale, Ambientalista e Liberale. «Già cosi la legge non aiuta a combattere i pregiudizi. Cosa vuole il Vaticano la libertà di creare spazi dove le persone LGBT+ possono essere liberamente discriminate? - prosegue - Non bastano le mutilazioni che hanno fatto i parlamentari cattolici alla legge? La maggioranza che sostiene la legge ed il Governo e Draghi dicano un chiaro NO al Vaticano e migliorino la legge se hanno veramente a cuore la lotta all’omotransfobia. Nei Pride dei prossimi giorni a Milano a Roma, e nelle altre città, saremo in strada per difendere anche la laicità dello Stato" «Facciamo un esempio, se oggi io voglio fare un corso a scuola contro l’omofobia, devo chiedere il permesso al consiglio di Istituto, dove purtroppo già le scuole cattoliche non danno mai il consenso, salvo rare eccezioni. Con l’attuale testo di legge, a causa dell’articolo 7 l’autorizzazione dovrà passare per il consiglio di Istituto, il collegio dei docenti, e rientrare nel piano triennale, quindi si dovrà aspettare che scada l’attuale piano. Quindi, se il piano scade tra 2 anni devo aspettare 2 anni, poi se ha passato tutto questo iter, dovremo aspettare l’inizio del prossimo anno perchè ogni singolo genitore dovrà firmare se vuole che il figlio frequenti o meno il corso». «Come detto da sempre già questo articolo è per noi inaccettabile perchè consente di fatto alle scuole di poter dire qui l’omotransfobia non è punita a differenza del razzismo punito per legge ovunque. Inoltre come se non bastasse l’Art. 4, frutto di un emendamento dei cattodem, causa che mentre oggi non si può giustamente dire che una persone che ha un colore differente della pelle o segue la religione cattolica è inferiore o sbagliato, la legge consentirà di dire ad esempio che le persone «LGBT sono malate ed inferiori» anche ai docenti. Pertanto, la legge deve almeno dare gli stessi diritti contro il razzismo cosa che l’attuale testo non fa, anzi la dichiarazione di Letta di oggi apre al dialogo con vescovi su una legge già depotenziata che così rischia solo di peggiorare o essere affossata».

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