Martedì 26 Novembre 2024

Turismo, giù le prenotazioni a causa della variante Delta. L'estero fa paura

Dopo un avvio di stagione all’insegna dell’ottimismo, la risalita dei contagi, il rallentamento della campagna vaccinale e le nuove restrizioni in arrivo allarmano il settore del turismo, che fa già i conti con le prime disdette: a rinunciare alle vacanze è soprattutto chi ha prenotato all’estero, per il timore di possibili quarantene forzate e per l'incertezza sulle regole per il rientro. Ma soffre anche il turismo di prossimità last minute. In questo contesto gli operatori guardano con favore al possibile uso allargato del green pass, ma chiedono che «i controlli non vengano scaricati sui gestori di bar, locali, ristoranti» e che il governo continui a sostenere il settore. «Siamo molto preoccupati: fino a dieci giorni fa ci preparavamo a un’estate in forte ripresa, ora si prospetta una chiusura ancora più rapida dell’anno scorso, quando i primi stop arrivarono a metà agosto», ammette Marina Lalli, presidente di Federturismo Confindustria. «Se gli investimenti sostenuti per lavorare per 4-6 settimane d’estate si traducono solo in costi, non stiamo più in piedi. Rispetto a perdite del 70% del fatturato dello scorso anno, avevamo previsto di portare a casa questa estate un 50% del 2019, con una crescita del 25% sull'anno scorso. C'è ancora una certa fiducia da parte dei clienti, che attendono gli sviluppi della situazione prima di cancellare le prenotazioni. Ma se dovessimo restituire le caparre come a marzo-aprile 2020 non avremmo più le risorse per andare avanti». Per Lalli, «l'estensione dell’uso del green pass può essere una misura utile, anche come spinta a vaccinarsi. Ma chi controlla, per esempio, se il lasciapassare è falsificato? La responsabilità non può essere lasciata ai gestori di un’attività turistica». Per Ivana Jelinic, presidente di Fiavet, «la maggioranza delle imprese, agenzie di viaggio, tour operator, alcune realtà alberghiere, è allo stremo. La scorsa settimana abbiamo già registrato un 50% in meno di richieste di viaggio, in Italia e all’estero, e chi ha già prenotato comincia a disdire, per la paura di restare bloccato in altri Paesi e per l’incertezza sulle regole da seguire una volta rientrati. Questo accade sull'estero, ma anche in Italia: stiamo registrando le prime disdette anche per le settimane centrali di agosto in Sardegna». In questa situazione «ben venga il green pass, ma introdurlo dall’oggi al domani potrebbe creare nuovi oneri per le realtà produttive. E poi chi controlla, il barista? Aspettiamo fatti concreti: molte agenzie e tour operator attendono ancora la seconda tranche di ristori del bando febbraio-luglio 2020. Chiediamo concordati bilaterali con destinazioni anche extra Ue per consentire gli spostamenti in sicurezza. E poi controlli, controlli, controlli e una campagna vaccinale serrata». Parla di «duro colpo» il presidente di Assoturismo Confesercenti, Vittorio Messina: «Le stime iniziali per l’estate erano di un +20% di giro d’affari rispetto al 2020, grazie soprattutto alla campagna vaccinale. Oggi quelle previsioni sono azzerate e temiamo un calo del 50% rispetto alle prenotazioni del 2020. Si preparano nuove restrizioni, un possibile ritorno al "giallo" in alcune regioni: la nuova sfida al virus che pensavamo di ingaggiare a ottobre è in realtà già arrivata. Ben venga il green pass o qualunque misura serva ad arginare la variante Delta, ma bisogna definire strategie di intervento lineari e forti. La vittoria degli azzurri è stata uno spot straordinario per l’Italia, ma gli Europei sono stati vissuti come un "liberi tutti". Non spetta a noi definire le linee di azione, ma certo a fronte di ulteriori chiusure rischiamo di non rialzarci più».

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