Chi è davvero Conor McGregor?
Uno degli sportivi più famosi ed amati al mondo, ma la storia del ragazzo di Dublino che da apprendista idraulico si è fatto strada diventando una leggenda delle MMA fa da contraltare alle pericolose voci su di lui che lo indentificano in un bullo imbottito di droga ed alcol, come detto senza mezzi termini da Benji Mascolo dopo la brutale ed immotivata aggressione a Francesco Facchinetti.
In attesa che l'indagine aperta dalle autorità italiane su quanto avvenuto all'hotel St. Regis di Roma faccia il suo corso, resta il mistero su quello che è accaduto quel sabato notte nella sala privata dell'albergo romano dove il 33enne lottatore irlandese aveva invitato il produttore, sua moglie ed altri amici – tra cui Benji e la compagna Bella Thorne – a fare festa con lui.
Le immagini di videosorveglianza interna del St. Regis non potranno fare chiarezza sui presenti, nè tantomano se circolassero sostanze che abbiano contribuito a far "andare di matto" McGregor. Le telecamere, infatti, coprono l'intero edificio dell'hotel a cinque stelle, tranne appunto la sala in questione, utilizzata spesso per meeting di altissimo livello tra capi di Stato ed in quelle circostanze la privacy è un valore prioritario.
La scena raccontata dal DJ milanese ha avuto comunque un'ampissima cassa di risonanza mediatica e non solo dà corpo alla sequenza degli avvenimenti, ma getta tutt'altra luce anche sulle gigantesche guardie del corpo che accompagnano sempre McGregor, come si è visto anche a Roma fin dal suo arrivo nella capitale. Prima di tutto colpisce il numero dei bodyguard, è un esercito: "Arrivati in hotel una decina di sue guardie del corpo ci hanno fatti accomodare in una specie di stanza riunioni in cui c’era cibo e molto da bere. Dopo mezz’ora è entrato lui, tra gli applausi", è il racconto di Facchinetti al Corriere della Sera.
Poi – dopo il terrificante pugno in faccia che scaraventa il produttore "dall'altra parte della stanza" – è impressionante la descrizione di quello che accade successivamente: "Quattro delle sue guardie del corpo lo tenevano letteralmente appeso al muro, fermo. Altrimenti avrebbe continuato a menarmi. Ha visto nero e voleva attaccare, come fosse un pitbull. Le sue mani sono come dei kalashnikov, sono armi: poteva andarmi molto peggio. Poi ho capito come mai aveva così tante guardie del corpo: non sono per proteggere lui dagli altri ma gli altri da lui".
Sembra assurdo, ma a volte la verità davvero supera ogni fantasia: cosa sarebbe successo al malcapitato Facchinetti se non ci fossero state tutte quelle guardie del corpo di McGregor? La risposta fa venire i brividi.
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