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In Puglia Capodanno in famiglia (ma senza no vax) con le lenticchie di Altamura

In otto casi su dieci sono previste quest’anno le lenticchie, chiamate a portar fortuna, con quella di Altamura IGP in cima alla preferenze dei pugliesi

lentils

Un menù a base di prodotti tipici, con quelli locali in primo piano, da consumare in famiglia ma senza le tradizionali tavolate. Il cenone di Capodanno si prospetta così in Puglia. In otto casi su dieci sono previste quest’anno le lenticchie, chiamate a portar fortuna, con quella di Altamura IGP in cima alla preferenze dei pugliesi, mentre il tradizionale chicco d’uva è servito nel 64% dei casi. E’ quanto emerge dall’analisi Coldiretti/Ixe’ sul Capodanno degli italiani che mettono sul podio dei cibi più gettonati al primo posto lo spumante con l’84% e sorprendentemente al terzo il cotechino o lo zampone (71%).

"La Puglia è patria di legumi alla base di note preparazioni gastronomiche. E' un comparto che conta una produzione annua di 159mila quintali per un valore di oltre 13 milioni di euro di produzione lorda vendibile, con il fiore all’occhiello rappresentato proprio dalla lenticchia di Altamura IGP”, afferma Savino Muraglia, presidente di Coldiretti Puglia. A partire dagli anni '30 e fino agli anni '70 le lenticchie di Altamura conquistarono i mercati internazionali - aggiunge Coldiretti Puglia - e l'esportazione di questo legume in Inghilterra, Germania, Stati Uniti, Canada e Australia ebbe una forte ripercussione nell'economia di Altamura che, da quel momento, divenne nota come la città delle tre 'l', ovvero lino, lana, lenticchia. Intorno agli anni '70 la produzione di lenticchie conobbe una fase di declino dovuta a diversi fattori, oggi la riscoperta. Le lenticchie di Altamura rispondono, tra l'altro, alle esigenze delle persone che lavorano fuori casa, dato che il tempo di cottura è di appena 30 minuti.

La grande popolarità di questo legume, ricco di fibre, proteine, vitamine e minerali è legata alla sua larga diffusione, alla sua ottima preservabilità, nonché al suo costo abbordabile, una caratteristica che gli ha fatto assumere la denominazione di "carne dei poveri”. L’accoppiata vincente – continua la Coldiretti - è con ben 6 milioni di chili di cotechino e zampone consumati proprio a fine anno, anche acquistati direttamente dai contadini nelle fattorie e nei mercati degli agricoltori di Campagna Amica.

La quotidiana e rilevante diffusione dei casi di variante Omicron ha fatto dire addio – denuncia Coldiretti Puglia - al tradizionale veglione di fine anno da quasi 130mila pugliesi che fino a qualche giorno fa avevano programmato di cenare fuori in ristoranti, alberghi e agriturismi, colpiti ora da un crack di circa 10 milioni di euro in un solo giorno.
Le difficoltà della ristorazione – sottolinea la Coldiretti regionale – non è compensato dai maggiori consumi alimentari casalinghi con la spesa media degli italiani per il cenone di fine anno che sale a 99 euro in media a famiglia, con un balzo del 52% rispetto allo scorso anno, segnato da uno stretto lockdown.

Le famiglie costrette a casa dal lockdown riscoprono il piacere della cucina anche con una maggiore attenzione a giornali, tv e ai tutorial sulle ricette che spopolano sul web per l’importante appuntamento. Un aiuto in tale direzione è venuto dai cuochi contadini di Terranostra e Campagna Amica, che hanno creato una serie di corsi on line dove vengono spiegati trucchi e segreti della tradizione contadina.

A tavola si prevede una presenza media di 6,3 persone – sottolinea Coldiretti -, quasi il doppio rispetto allo scorso anno (3,7 persone) condizionato dal limite di massimo due ospiti non conviventi, ma sono molto lontane le tavolate da quasi 9 persone del periodo pre pandemia. Esclusa invece nel 78% delle case la presenza di persone non vaccinate tra gli invitati, nonostante i rapporti di amicizia o parentela.

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