Lunedì 23 Dicembre 2024

Orietta Berti, "Trattata come un oggetto, così mi sono ribellata"

Orietta Berti (1 giugno 1945)

Sfogo di Orietta Berti a "Ti sento": ospite dell’ultima puntata del programma di Pierluigi Diaco, andata in onda ieri 31 maggio in seconda serata su Rai2, la cantante si è tolta qualche sassolino dalla scarpa sul suo percorso professionale: «mi hanno trattata come un oggetto, nel 1980 mi sono ribellata». «Più di una volta mi son sentita un oggetto - ha spiegato la cantante, sollecitata da Diaco -. Perché tu esprimi la tua voglia di fare una cosa e dall’altra parte ti dicono 'no, se facciamo così non c'è abbastanza guadagno'. Tu mi vuoi togliere un’orchestrazione, un maestro bravo per fare un arrangiamento perché dici che dopo non c'è abbastanza guadagno, una soddisfazione me la puoi anche dare». Per scardinare questo meccanismo, Orietta Berti ha iniziato a prodursi da sola nel 1980. «Sono andata a Sanremo con 'Futuro' che mi producevo da sola. Sono stata una delle prime. Quando ti produci da sola è naturale che non puoi entrare più nelle classifiche perché non hai la forza di una major che ti fa entrare. Però dopo vedi il successo dai concerti che fai, vedi la gente che viene, che ti fa i complimenti che ti apprezza per quello che hai fatto. Io ho sempre avuto dalle persone il premio». Nel corso dell’intervista, in concomitanza con la mezzanotte del 1 giugno, giorno del 79/o compleanno della cantante, Diaco le ha fatto gli auguri sorprendendola con un mazzo di fiori. Alla domanda «Cosa auguri a te stessa?», ha risposto «Mi auguro di avere una buona salute e di avere sempre questo entusiasmo per la vita e per il mio lavoro. Perché se io mi emoziono so che dopo darò delle emozioni a tante altre persone e le persone hanno bisogno di avere delle emozioni. E poi, vedi, nella vita non bisogna mai desiderare le cose che non potrai mai avere. Io non ho mai desiderato le cose che sapevo non sarebbero mai arrivate, però arrivano sempre delle sorprese, e queste sorprese son dei regali che ti manda la vita».

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