Sabato 27 Aprile 2024

Curare da soli genitore anziano porta a depressione: lo studio

Occuparsi in prima persona di un genitore anziano non autosufficiente può comportare un carico emotivo e fisico tale da pesare psicologicamente sui figli anche dopo la sua morte. Lo afferma una ricerca condotta da economisti dell’Università Cà Foscari di Venezia e dell’Université Paris Dauphine, pubblicata su Applied Economics Letters. Lo sforzo necessario a seguire il genitore bisognoso di assistenza - è la conclusione dei ricercatori - può avere un legame con l’insorgere di sintomi di depressione. Le donne, principalmente coinvolte nella cura, sono le più colpite. La depressione tende a manifestarsi a partire dagli ultimi mesi di vita e raggiunge il picco immediatamente dopo la morte del genitore. I sintomi non sono legati solo all’inevitabile dispiacere e al lutto, ma anche allo stress e agli sforzi richiesti specialmente nei Paesi con un sistema socio-assistenziale poco sviluppato e finanziato. «I dati confermano - commenta Giacomo Pasini, professore di Econometria a Cà Foscari e coautore dello studio con Agar Brugiavini, Elena Bassoli ed Eric Bosang - che i figli, in particolare le donne, devono dedicarsi totalmente e con grande sforzo psicofisico al genitore quando il sistema di welfare pubblico non garantisce un’adeguata assistenza agli anziani non autosufficienti». Il gruppo di ricerca ha studiato i dati del Survey of Health, Ageing and Retirement in Europe (Share), una rilevazione che sta seguendo nel tempo le condizioni di salute e invecchiamento di un campione di cittadini europei con più di 50 anni d’età. Confrontando il legame tra la morte della madre non autosufficiente e la depressione dei figli nei vari paesi, la ricerca ha dimostrato che l’impatto è maggiore dove è inferiore l'investimento nell’assistenza pubblica. Nella classifica dei paesi più virtuosi nella cura degli anziani, che dedicano a questa voce ben oltre il 2% del Pil (dati del 2014), troviamo Olanda (2,95%), Svezia, Danimarca, Svizzera, Belgio. Germania, Francia e Austria investono tra l'1,5 e l’1,8% del Pil. L’Italia è staccata (0,94%), accanto a Repubblica Ceca, Slovenia e Spagna.

leggi l'articolo completo