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ChatGPT, OpenAi lancia una versione in abbonamento. Ecco come funziona

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OpenAi, la società madre di ChatGPT, ha annunciato che il chatbot basato su intelligenza artificiale sarà disponibile in abbonamento a 20 dollari al mese. La versione gratuita continuerà a essere disponibile, ma gli abbonati avranno accesso anche durante le ore di punta, con tempi di risposta più rapidi e priorità su nuove funzionalità e miglioramenti.

"Chat GPT Plus", come è stato chiamato il servizio in abbonamento, è già disponibile negli Stati Uniti e nelle prossime settimane inizierà il processo di invito delle persone in lista d’attesa. Secondo l’annuncio pubblicato sul blog dell’azienda, presto l’accesso e il supporto saranno estesi ad altri Paesi.

"Abbiamo lanciato ChatGPT come anteprima di ricerca in modo da poter saperne di più sui punti di forza e di debolezza del sistema e raccogliere il feedback degli utenti per aiutarci a migliorare i suoi limiti» si legge nel post, «Da allora, milioni di persone ci hanno fornito feedback, abbiamo apportato diversi aggiornamenti importanti e abbiamo visto gli utenti trovare valore in una vasta gamma di casi d’uso professionali, tra cui redazione e modifica di contenuti, idee di brainstorming, aiuto alla programmazione e apprendimento di nuove temi.

Per il futuro OpenAi prevede opzioni per piani a basso costo, piani aziendali e pacchetti di dati per una maggiore disponibilità.

Intelligenza artificale: mercato italiano tocca 500 mln nel 2022

Nonostante il difficile contesto internazionale, per il comparto dell’Intelligenza Artificiale il 2022 è stato un anno da record, caratterizzato dai continui progressi nelle capacità delle macchine e dagli exploit di Dall-E2 e ChatGPT che in poche settimane hanno coinvolto decine di milioni di utenti e mostrato al grande pubblico le potenzialità di questa tecnologia. In Italia, segnala una ricerca condotta dall’Osservatorio Artificial Intelligence della School of Management del Politecnico di Milano il mercato dell’AI nel 2022 ha raggiunto 500 milioni di euro, con una crescita di ben il 32% in un solo anno, di cui il 73% commissionato da imprese italiane (365 milioni di euro) e il 27% rappresentato da export di progetti (135 milioni di euro).
A dimostrazione dell’ormai ampia diffusione di questa tecnologia, oggi il 61% delle grandi imprese italiane ha già avviato almeno un progetto di AI, 10 punti percentuali in più rispetto a cinque anni fa. E tra queste, il 42% ne ha più di uno operativo. Tra le Pmi, invece, il 15% ha almeno un progetto di AI avviato (nel 2021 era il 6%), quasi sempre uno solo, ma una su tre ha in programma di avviarne di nuovi nei prossimi due anni.

Per un italiano su due l’AI è molto presente nella quotidianità

Il 93% degli italiani ha sentito parlare di «Intelligenza Artificiale», il 55% afferma che l’AI è molto presente nella quotidianità e circa 4 su 10 (37%) nella vita lavorativa. Non mancano però le perplessità: il 73% nutre dei timori, soprattutto sugli impatti sul mondo del lavoro, anche se solo il 19% della popolazione è fermamente contrario all’ingresso dell’Intelligenza Artificiale nelle attività professionali. Ad ogni modo, la gran parte degli utenti deve ancora sperimentarne le reali potenzialità. L’esperienza quotidiana degli italiani si concentra sugli assistenti virtuali e sui sistemi di Recommendation. In particolare, i chatbot - già utilizzati dall’81% - sono ormai diffusi quasi come gli assistenti vocali (83%). Cresce l’interesse verso le raccomandazioni ricevute da motori di AI per l’e-commerce e un utente su quattro ha realizzato un nuovo acquisto online dopo averli utilizzati.

Al primo posto soluzioni per analizzare ed estrarre informazioni dai dati

La quota più significativa del mercato dell’Intelligenza Artificiale italiano (34%) è legata a soluzioni per analizzare ed estrarre informazioni dai dati (Intelligent Data Processing), soprattutto per realizzare previsioni in ambiti come la pianificazione aziendale, la gestione degli investimenti e le attività di budgeting. Ma è importante anche l’area di interpretazione del linguaggio, scritto o parlato, la cosiddetta Language AI (28%) a cui afferiscono, nella nostra classificazione, le classi di soluzioni NLP e Chatbot. In quest’area vi sono, ad esempio, le applicazioni di Generative AI come ChatGPT o DALL-E2, che consentono di estrarre ed elaborare automaticamente informazioni anche da documenti come atti giudiziari, contratti o polizze, o per analizzare le comunicazioni interne o esterne (es. mail, social network, web).

Algoritmi che suggeriscono ai clienti contenuti in linea con le singole preferenze

Al 19% si segnala poi l’area degli algoritmi che suggeriscono ai clienti contenuti in linea con le singole preferenze (Recommendation System). Infine, il 10% del mercato va alle iniziative di Computer Vision, che analizzano il contenuto di un’immagine in contesti come la sorveglianza in luoghi pubblici o il monitoraggio di una linea di produzione, e il 9% alle soluzioni con cui l’AI automatizza alcune attività di un progetto e ne governa le varie fasi (Intelligent Robotic Process Automation).
«Per l’Intelligenza Artificiale, anche in Italia, siamo entrati ormai con convinzione nell’era dell’implementazione», commenta Alessandro Piva, direttore dell’Osservatorio Artificial Intelligence. «Per quanto riguarda la crescita del mercato, si tratta del valore più alto da quando l’Osservatorio ha avviato la stima (2018), per di più senza il traino di obblighi o incentivi pubblici e in un periodo di grande incertezza economica e geopolitica. L’intelligenza artificiale sta entrando prepotentemente nel pensiero strategico e nella pratica operativa di imprese pubbliche e private, con impatti sulle prestazioni, la struttura di costo, ma anche il ruolo delle persone», conclude.

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