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Meta lavora a nuovo social, più autonomia a utenti

Sarà decentralizzato con server 'diffuso'. Sfida a Twitter

A quasi vent'anni di distanza dal lancio di Facebook, dato per morto diverse volte ma che oramai ha superato i due miliardi di utenti attivi giornalieri, Meta starebbe lavorando ad un nuovo social network. Il nome in codice è P92, incentrato solo sul testo come il Twitter degli esordi e con una caratteristica principale: la 'decentralizzazione', cioè basato su server diffusi tra gli utenti che possono così personalizzare le regole, anche per la moderazione dei contenuti. Un tema scomodo per le piattaforme social, come dimostra il recente richiamo dell’Ue a Elon Musk per assumere più persone da adibire a questo compito.

«Un tentativo di alleggerire il carico di moderazione dei contenuti ma anche di farsi percepire un’azienda più aperta», è l’analisi all’Ansa di Vincenzo Cosenza, esperto di social media. «Stiamo esplorando un social network decentralizzato autonomo per la condivisione di aggiornamenti di testo. Crediamo che ci sia un’opportunità per uno spazio separato in cui creatori e personaggi pubblici possano condividere aggiornamenti tempestivi sui loro interessi», ha detto a Reuters online un portavoce dell’azienda di Mark Zuckerberg. Secondo le indiscrezioni, ad assumere la guida del progetto è Adam Mosseri, ora a capo di Instagram. Al momento i dettagli sono scarsi, ma sembra - come riporta il sito Platformer - che i team legali di Meta abbiano già iniziato a indagare su potenziali problemi di privacy relativi alla nuova piattaforma, in modo che possano essere risolti prima del lancio. La costruzione di una rete decentralizzata - osserva il sito - potrebbe anche dare a Meta l'opportunità per la nuova app di interagire con altri prodotti social, una mossa mai vista prima soprattutto «da parte di un’azienda nota per la costruzione di alcuni dei giardini recintati più redditizi nella storia del settore».

Attualmente la maggior parte dei social media ha server e regole gestite dal social stesso, appunto centralizzate. Il progetto arriva in un periodo in cui la Silicon Valley sta attraversando un momento economico difficile che costringe anche a ripensare ad alcuni servizi. Nel caso specifico Meta, che da un anno e mezzo ha puntato tutto sul metaverso, si trova a gestire una nuova ondata di tagli della forza lavoro. Tra l'altro il modello decentralizzato scelto è ActivityPub, proprio quello che ha assunto Mastodon, rivale di Twitter, una delle piattaforme su cui sono migrati diversi utenti quando Elon Musk ha comprato il microblog dei cinguettii. «È un progetto ancora nelle primissime fasi e non sappiamo se vedrà mai la luce. Penso sia normale e giusto che aziende di grandi dimensioni investano in progetti di frontiera per non farsi trovare impreparati qualora gli utenti dovessero avere nuove esigenze - osserva Vincenzo Cosenza - In questo caso ci potrebbe essere il tentativo di studiare un social minimale 'text based’ che dia più libertà agli utenti e alleggerisca il carico di moderazione dei contenuti che ora sopporta Meta, fonte di problemi. Ci può essere anche un obiettivo più politico: di farsi percepire come azienda «aperta» e attenta alla scelta degli utenti», conclude l’esperto.

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