
A Firenze, sul Ponte Vecchio, scoppia il caso dell’azienda Braccialini - brand fiorentino di pelletteria - in riferimento al regolamento comunale che prevede il divieto di vendita delle borse gioiello: in uno dei luoghi più iconici d’Italia è infatti proibita l’attività di somministrazione ed è ammesso solo il commercio di oggetti preziosi, orologi, oggetti d’arte, articoli di antiquariato, oggetti antichi, articoli di numismatica e filatelia.
Come riporta la stampa locale Braccialini, per protesta contro il provvedimento, ha deciso di tenere chiusa quell'attività. In vetrina si trovano alcuni manifesti che annunciano la decisione «fino a che giustizia non sarà fatta. In vetrina lasceremo i nostri oggetti preziosi, tutti made in Tuscany».
Nel frattempo da Palazzo Vecchio si precisa che «è stato notificato il provvedimento di divieto di prosecuzione dell’attività di vendita di prodotti diversi da quelli espressamente ammessi sul Ponte Vecchio e che dunque il negozio può restare aperto ma senza poter vendere le borse».
Il direttore generale di Confcommercio Toscana Franco Marinoni ha affermato che «Firenze dimostra di essere una città nella quale le regole valgono. Questa è e rimane una città aperta, inclusiva, dove c'è posto per tutti. Purché se ne rispettino le regole».
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