Quando Marco Masini ha ricordato Francesco Nuti, morto lo scorso 12 giugno, cantando in chiesa alla fine del funerale Sarà per te, il brano che lo stesso Nuti portò a Sanremo nel 1988, per tutti è stato difficile trattenere le lacrime.
L’abbazia di San Miniato al Monte, sulla collina che domina Firenze, ha ospitato circa 300 persone, tra cui tanti noti personaggi dello spettacolo, per l’ultimo saluto all’attore e regista toscano. L’emozione è stata tanta per l’ex compagna Annamaria Malipiero, la figlia Ginevra, il fratello Giovanni e la nipote Margherita.
Nelle prime file amici storici come Carlo Conti, Leonardo Pieraccioni, Sandro e Giovanni Veronesi, Giorgio Panariello, Marco Masini, Gianfranco Monti, Valeria Solarino, Nicola Pecci, Antonio Petrocelli (uno dei più commossi e autore della prima lettura in chiesa).
Tra i presenti anche Matteo Biffoni, il sindaco di Prato e Dario Nardella, primo cittadino di Firenze per suggellare la vita di Nuti divisa tra le due città. Anche il presidente del Consiglio regionale Antonio Mazzeo si è recato, prima della cerimonia funebre, a rendere omaggio alla salma. A San Miniato c'erano pure tifosi della Fiorentina, la squadra amata da Nuti, tanto che accanto al feretro è stata appoggiata, dolcemente, una sciarpa della curva Fiesole.
Toccante anche l’omelia di padre Bernardo, abate della basilica di San Miniato che ha citato anche frasi dei film dell’attore e regista, tra cui quella da "Madonna che silenzio c'è stasera" «O vinci al Totocalcio, o tu sposti la chiesa, o tu vai in Perù». Ma, ha aggiunto padre Bernardo «oggi le campane danzano e non occorre fare alcuno sforzo. Mi piace pensare che col suono delle campane con cui abbiamo iniziato la cerimonia la chiesa si sia spostata e abbia avvicinato Francesco verso nostro Signore, verso il futuro espresso in ogni sua opera». Anche padre Bernardo ha ripetuto le parole di Sarà per te, raccontando pure di quando, da ragazzo, uscendo da scuola, si trovò a Prato, sua città, in mezzo alle riprese di 'Madonna che silenzio c'è staserà. «Oggi non è il giorno dell’addio - ha detto il fratello di Nuti, Giovanni -. È un giorno di inizio, ci sono da fare tante cose, come rivalutare una serie di lavori che Francesco ha fatto».
Durante il funerale Monti ha letto una lettera di un amico di Nuti, Daniele Guerriero, dal titolo "Il bacino", mentre Giovanni Veronesi al termine del funerale ha detto: «Francesco era carne della mia carne. Lui ha smesso di soffrire, ora inizio io». Pieraccioni ha ricordato che «Nuti rimarrà nei suoi film», Panariello ha sottolineato: «per noi toscani Francesco è stato un faro, un poeta». Un concetto ripreso anche da Conti secondo cui quello di Nuti «è un pezzo del cinema che non si cancellerà mai». E se a Prato oggi è stato il giorno del lutto cittadino, il sindaco di Firenze Nardella ha annunciato che «il 12 luglio" ci sarà «una serata dedicata a lui in piazza Santa Croce».
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