L'ingrediente segreto? Le radici e le ali. Ma anche studio e impegno da autodidatta per arrivare a usare anche il forno a legna. Serenella Mangano, classe 1986, ha realizzato il suo sogno professionale nella terra dei canguri e ora armata di van, rimorchio e fantasia porta la pizza italiana a casa della gente e non solo.
«Sono nata a Rimini – racconta Sere – ma sono figlia di due siciliani. Mio papà è originario di Gesso mentre mamma è di Villafranca. E io , a dire il vero, mi sento più figlia del Sud , ricordando spesso con nostalgia le mie vacanze a casa di nonna dove amavo, da quanto mi raccontano, osservare il rituale del pane fatto in casa».
Mamma Giovanna a Rimini sfornava pizza a taglio e preparava piadine ma desiderava che i suoi figli prendessero una strada diversa dalla sua. Anche se indirettamente ha trasmesso loro una grande passione che sarebbe riaffiorata prepotentemente. Considerando che anche il figlio maschio, Cristian, con una laurea in Scienze della Comunicazione in tasca ha aperto un locale. «Dopo il diploma mi sono trasferita a Roma – continua Serenella – e mi sono laureata in Studi orientali alla Sapienza affinando lo studio di cinese e indiano. L'Australia non rientrava nei miei piani.
Ci andai la prima volta quando ero adolescente per un matrimonio di un cugino e ricordo che al mio ritorno raccontai a mamma che trovai questo continente materialista e superficiale. Ma nel 2015 ebbi l'opportunità di rivedere la mia visione ». La giovane, piena di un bagaglio importante arricchito dalle stagioni decennali di Rimini e dai trucchi imparati alla pasticceria Fiumara di Villafranca, approdò con un “working holiday visa”: «Molto presto il ristorante di un noto giudice di Masterchef mi offrì uno sponsor ma in un posto così grande capisci davvero tante cose. Sia che questo luogo ti regala tante opportunità ma anche che non è tutto rose e fiori. Non nascondo che ho attraversato fasi altalenanti. Infatti, nonostante avessi studiato Lingue, non parlavo inglese e non capivo chi mi stesse di fronte. La solitudine, qui, diventa quasi un dolore fisico: i primi tempi il mio malessere mi impediva di cucinare. Se c'è una cosa che mia mamma, cuoca da 40 anni, mi ha insegnato in cucina non sono le ricette ma il fatto che si trasmettono i propri sentimenti e che bisogna essere felici quando si preparano manicaretti. Una lezione provvidenziale». E così, dopo varie disavventure, arrivò il momento di dire basta. E di cambiare.
«Con Eddie di Melbourne “Mobile Pizza”, più italiano di me, – ricorda – ho iniziato a cuocere pizze all'aria aperta nei giardini, nei campi da golf, nei parchi». Poco prima del lockdown diede vita al suo business “Miss Dough”, che letteralmente significa “Signora impasto” e rimarca nel nome il fatto che l'anima di tutto sia una donna. «Piano piano – continua Serenella – tutto si è sistemato e quando la ruota ho cominciato a girare ho incontrato Roby, chef del ristorante del “Melbourne Theatre”, che dopo aver assaggiato la mia pizza ha fatto in modo che io iniziassi a collaborare con “Blondie Bar”, il ristorante del “Melbourne Recital Centre” a Southbank. Ad oggi ho due forni a legna su trailer e li porto con il mio team in giro per mercati e festival di Melbourne e soprattutto a casa delle persone. Per celebrare compleanni, matrimoni, feste di fidanzamento con la nostra pizza». La postilla finale è un messaggio per tutti i giovani: «Bisogna trovare un equilibrio tra la vita e la propria passione. E se quella passione diventa lavoro non bisogna dimenticarsi che ci sta la vita fuori. Io faccio così e si vede, tanto che non manca chi osservandomi afferma “Si vede che ti diverti tanto”. Ed è davvero così».
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