Giovedì 17 Ottobre 2024

La vita di Mattia Coffetti, ecco perché si è fatto impiantare 5 microchip sottopelle

Registrare dati sanitari, la carta d’identità, condividere il proprio profilo LinkedIn o addirittura pagare la spesa. Tutto attraverso dei microchip impiantati sottopelle. Mattia Coffetti, 35enne di Rodengo Saiano, piccolo Comune nel Bresciano, è il primo italiano a farsi installare cinque microchip sottocutanei sfruttando le potenzialità della tecnologia direttamente sul proprio corpo. Una passione, quella per l’informatica, che Mattia coltiva fin da quando era bambino: «A 13 anni - racconta - installavo sistemi operativi liberi sui Pc degli amici». Adesso «mi occupo di informatica a 360 gradi - aggiunge - ho cercato di far diventare la mia passione un lavoro». Curiosando su internet si è appassionato ad argomenti come il biohacking e si è avvicinato al Transumanesimo, il movimento culturale che sostiene l’uso delle scoperte tecnologiche per aumentare le capacità fisiche e cognitive: «Ho visto - spiega - che c'erano già dei gruppi di persone che cominciavano a creare dei microchip inseribili sotto pelle con diverse caratteristiche e funzionalità». Oggi si possono acquistare direttamente sul web a prezzi contenuti, che vanno dagli 80 ai 200 euro, e vengono impiantati in appositi centri autorizzati che collaborano con le aziende che li vendono. «Preso dalla smania di diventare un pioniere - prosegue Mattia - ho deciso di provarli e acquistare cinque chip». Due sono più che altro «dei giocattoli», ossia un magnete - utile per esempio a non perdere le viti quando si lavora - e un led che si illumina se avvicinato a una sorgente elettrica. Con un terzo chip Mattia riesce ad aprire porte o serrande ma può anche registrare, per una rapida condivisione, i propri dati anagrafici, lavorativi o sanitari. Per ottenerli, infatti, basterà avvicinare un telefono. Un altro dispositivo installato nel suo corpo può essere utilizzato per l’autentificazione dei dati bancari mentre con l'ultimo microchip il 35enne riesce a eseguire pagamenti come se avesse una carta di credito sottopelle. Tramite un’app, infatti, viene ricaricato come fosse una prepagata. Poi, una volta alla cassa, gli basta avvicinare il chip a qualsiasi lettore per eseguire la transazione: «Un primo passo per uscire di casa senza contanti e carte di credito». Ma anche un primo esempio concreto di utilizzo di dispostivi nel proprio corpo, sulla scia di quanto sta già progettando la start-up Neuralink di Elon Musk. Non tutti, però, sono convinti di questa evoluzione tecnologica. «Molti hanno paura del tracciamento - afferma - ma per leggerli devi avvicinare un telefono. E comunque questi microchip non sono creati da chissà quale azienda misteriosa. Online è possibile informarsi sulle caratteristiche tecniche prima di acquistarli». Insomma «non dobbiamo avere sempre paura di cose che non conosciamo - conclude Mattia - cerchiamo anche di abbracciarle e di sperare in un futuro migliore anche tramite l’utilizzo della tecnologia unita al corpo».

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