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Vannacci: da 8mila anni l'italiano è bianco, ma è giusto che Egonu giochi in azzurro. Il cardinale Zuppi: «Il fascismo è disprezzo del diverso»

Tiene ancora banco la vicenda di Roberto Vannacci. Oggi la riaccende lo stesso generale con un video nel quale parla della pallavolista Paola Egonu: «quando vedo una persona che ha la pelle scura non la identifico immediatamente come appartenente all’etnia italiana non perché sono razzista ma perché da 8mila anni l’italiano stereotipato è bianco».

Ed è subito polemica. Forse casualmente nella stessa giornata, a fare da contraltare alle parole di Vannacci, ci pensa il cardinale Matteo Zuppi che, ricordando don Minzoni, ripete che «il fascismo è disprezzo dell’altro e del diverso». Vannacci, nella sua video-intervista, dice anche: «Se si va in Papua Nuova Guinea e si chiede di disegnare una persona italiana la disegnano a con la pelle bianca».

Non c'è nessun riferimento diretto al generale nel discorso del cardinale Zuppi, ma durante la messa ad Argenta - nel centenario del martirio di don Giovanni Minzoni - arriva l’affondo. «Don Minzoni è stato ucciso dalla violenza fascista e dalle complicità pavide di chi non la contrastò. Fascismo, che assume colori diversi, sistemi e burocrazie di ogni totalitarismo e diversi apparati, significa il disprezzo dell’altro e del diverso, l’intolleranza, il pregiudizio che annienta il nemico, il razzismo raffinato o rozzo che sia, la violenza fisica che inizia sempre in quella verbale e nell’incapacità a dialogare con chi la pensa diversamente».

Intanto Matteo Salvini, leader della Lega e vicepremier, dopo la telefonata di solidarietà a Vannacci, oggi non cita il generale ma dal profilo Instagram innesca nuove polemiche. «Da tifoso di calcio, ma soprattutto da italiano, dico grazie a queste società», posta spiegando che i club calcistici di Serie B Feralpisalò, Südtirol e Cosenza, sono scesi in campo nella prima giornata di campionato con 11 titolari italiani.

E mentre il generale ribadisce di non escludere una sua discesa in campo, Francesco Storace smentisce di aver coordinato qualsivoglia operazione politica legata al generale dalle pagine del quotidiano Libero. «La realtà romanzata al mondo nel retroscena inventato è che 'oggi Alemanno e Storace vogliono cimentarsi in una nuova, perigliosa avventurà. Dove? Quando?». "Poi è da standing ovation la frase: 'Il libro di Vannacci lo avrebbe ispirato proprio Storacè. Manicomio». Gianni Alemanno, ex sindaco di Roma e fondatore del neonato Forum per l’Indipendenza Italiana, aveva già spiegato che prendere le difese del generale è stato naturale, anche se non tutto quello che ha scritto sul suo libro «è condivisibile e appropriato».

Oggi di candidature di Vannacci non parla ma fa un passo avanti e avverte «Ci candidiamo a essere pungolo per Meloni. Dall’esasperato atlantismo all’eccessiva disponibilità verso l’Europa, fino al ritorno al neoliberismo e all’accondiscendenza verso gli interessi delle grandi multinazionali, la premier non sta voltando pagina. La nostra priorità non è far rinascere la destra della destra, ma fare in modo che prevalga quell'istanza di cambiamento per cui Giorgia è stata votata dagli italiani». Il generale, dal canto suo, non chiude nessuna porta e sfrutta l’onda mediatica che lo vede coinvolto. A zona Bianca, su Rete4, ammorbidisce i toni e spiega che se avesse un figlio gay, lo accetterebbe «assolutamente».

Ma sulle accuse che gli sono state mosse ci tiene a precisare che non farà «nessun passo indietro» perché non le riconosce come tali. E a domanda precisa sulla sua entrata in u partito risponde: «Non mi chiudo mai alcuna alternativa e le lascio tutte aperte. Quindi non dirò mai di no, ma dico che per ora faccio il soldato e continuo a fare il soldato. In base a quello che sarà il futuro, poi deciderò. Never say never». Ma intanto l’Usigrai, commentando l’intervista del generale al Tg1, la definisce una «brutta pagina di servizio pubblico».

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