Domenica 22 Dicembre 2024

Noi Magazine, ecco le nostre giovani scintille di speranza con cui rischiarare il libro nero del Sud

 
 
 

Tre donne uccise da un capo all’altro del Paese, nei giorni in cui i riflettori del mondo sono ovunque puntati sulla violenza di genere.  E una classifica impietosa, come lo sono tutte, che per l’ennesima volta trancia l’Italia e bolla il Sud, terra di meraviglie, di accoglienza e di calore, con lo stigma del luogo in cui si vive “male”. Fatti che ci ha consegnato la cronaca degli ultimi giorni, ma che non ci sono nuovi. E apparentemente non hanno nulla in comune, se non, soprattutto per chi li osserva da queste latitudini, un senso di sconfortante sconfitta, un latente cedimento verso la rassegnazione. Un serpeggiante “non ce la possiamo fare”. A salvarci dalla barbarie dei femminicidi, e da chi - anche “soltanto” definendole al maschile, magari mentre parla di rispetto e parità - calpesta le donne, e ogni altra diversità. O a risalire le posizioni di una narrazione che di sicuro dimentica qualcosa, ma che per qualche oscura ragione continua a perpetuarsi, tra chi vola e chi incespica affannosamente, laddietro, senza mai riuscire ad aprire le ali. E invece la speranza c’è, anzi è quasi una certezza. Ci sono loro, con i sorrisi giovani, con l’interesse, la voglia di esserci, di capire, di andare a fondo. Persino con arnesi strani come penne, taccuini e giornali. Con il coraggio di parlare in pubblico, di relazionarsi con altre persone, anche sbagliando, perché solo così s’impara. Li abbiamo visti, in tanti, tantissimi, a Messina venerdì scorso, e in oltre 50 venivano proprio da quella provincia, Crotone, che la classifica relegherebbe in ultima posizione. Smentendola, prima ancora che fosse diffusa, con il loro entusiasmo e con una testimonianza cristallina e preziosa sull’importanza del diritto di voto sin dalla scuola, fondato sulla buona informazione. E speriamo di non perderceli per strada, questi ragazzi e ragazze, nell’emorragia di talenti che ci dissangua scrivendo un altro capitolo del nostro libro nero. Giovani che si sono mossi non per una star del web, ma per fare domande e essere ascoltati, e per ascoltare un esponente di Governo parlare d’informazione di qualità. Roba d’altri tempi? No, roba di questi tempi. In cui solo la conoscenza ci può salvare, a ogni età. Dalle disumane derive del digitale, dalla tragica incapacità di comunicare, dalla ferale acquiescenza a una realtà che sembra immutabile e, invece, non lo è mai. Basta saperla cambiare. Basta saperlo.

leggi l'articolo completo