Una manifestazione del Circo Massimo e l’appendice di Messina, con appuntamento a Largo Seggiola. Sono i due appuntamenti principali della Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne.
Il messaggio del presidente Mattarella è chiaro:
«Il numero di donne vittime di aggressioni e sopraffazioni è denuncia stessa dell’esistenza di un fenomeno non legato soltanto a situazioni anomale. Ad esso non possiamo limitarci a contrapporre indignazioni a intermittenza. Siamo lontani dal radicamento di quel profondo cambiamento culturale che la nostra Carta costituzionale indica». «Non soccorrono improvvisate analisi di psicologia sociale a giustificare la persistenza di una piaga che non si riesce a guarire nonostante gli sforzi - continua il Capo dello Stato -. Abbiamo bisogno del lavoro delle Istituzioni, delle associazioni, del mondo produttivo, della scuola, della cultura, del contributo di ciascuno, per sradicare un fenomeno che tradisce il patto su cui si fonda la nostra stessa idea di comunità». Bisogna trovare, come indica la Costituzione, un percorso, «una via in cui le donne conquistano l'eguaglianza perché libere di crescere, libere di sapere, libere di essere libere». «Drammatici fatti di cronaca scuotono le coscienze del Paese. Una società umana, ispirata a criteri di civiltà, non può accettare, non può sopportare lo stillicidio di aggressioni alle donne, quando non il loro assassinio. La pena e il dolore insanabili di famiglie e di comunità ferite sono lo strazio di tutti. Quando ci troviamo di fronte a una donna uccisa, alla vita spezzata di una giovane, a una persona umiliata verbalmente o nei gesti della vita di ogni giorno, in famiglia, nei luoghi di lavoro, a scuola, avvertiamo che dietro queste violenze c'è il fallimento di una società che non riesce a promuovere reali rapporti paritari tra donne e uomini».
E oggi è proprio il sorriso innocente di Giulia Cecchettin il simbolo. Quel sorriso che ormai tutta Italia ha imparato a riconoscere e che nessuno potrà mai più vedere se non attraverso qualche foto, insieme alla speranza naufragata di vedere smentito l’hastag “Lo sapevamo tutte” dopo il ritrovamento del suo cadavere, dopo le parole addolorate e combattive della sorella Elena.
A Roma l'appuntamento più importante. Ad organizzarlo “Non una di meno”, con una manifestazione anche a Messina (Largo Seggiola ore 15), che non vuole bandiere di partiti né di sindacati e attende per oggi l’arrivo di migliaia di manifestanti. Ma fa già discutere, tra i politici e non solo, il palco concesso anche alle parole delle donne palestinesi, iraniane, curde, con il movimento fucsia che chiederà la fine della guerra in Palestina. Una posizione che per molti rischia di sviare l’attenzione dal motivo principale della manifestazione. Polemiche che hanno portato le attiviste di Nundm a specificare: «Se accetteremmo le donne israeliane? La nostra piazza e apolitica e aperta a tutte e a tutte quelli che lottano con noi contro il patriarcato e la violenza di genere. Siamo contro il genocidio di uno stato colonialista nei confronti di Gaza, dei palestinesi, non contro le donne israeliane. La piazza è aperta in modo apolitico e apartitico. Non ci saranno bandiere e nessun simbolo. Quella di oggi sarà una piazza contro la violenza di genere e contro il patriarcato», hanno precisato.
Ma anche la politica incombe comunque sulla manifestazione, con la segretaria del Pd Elly Schlein che non esclude una sua partecipazione: «Il Pd ha sempre partecipato alla manifestazione di “Non una di meno” e parteciperà anche oggi. Io la mattina sono a Perugia, se riuscirò parteciperò molto volentieri». E sulla guerra in Medio Oriente ribadisce che «il Pd ha una posizione chiara e senza ambiguità» e «non si fa tirare in polemiche di altri. Non utilizzerei in maniera strumentale qualcosa che può intaccare l’unità della battaglia contro la violenza di genere». Al contrario, c’è un fronte di politici che non andranno in piazza perché criticano l’aver introdotto nella piattaforma della manifestazione la guerra tra Israele e Palestina. Carlo Calenda di Azione, ad esempio, ha esplicitamente polemizzato su X: «Decine di migliaia di persone, tra cui tutta la mia famiglia dai nonni ai bambini, si preparavano ad andare ad una manifestazione che credevano organizzata per ragioni diverse. Strumentalizzare così un grande moto spontaneo di solidarietà e vicinanza alla causa femminista, non è giusto e non è corretto». Non dovrebbero essere presenti Matteo Renzi (Italia viva), Angelo Bonelli (Avs) ed esponenti del centrodestra. Il sindaco di Roma Roberto Gualtieri sarà invece in piazza.
Meloni rilancia sui social, "Siamo libere ma non sole"
Intanto la premier Giorgia Meloni, che rivendica «la legge sulla violenza votata da tutte le forze politiche» perché «ci sono terreni su cui la condivisione può fare la differenza», ribadisce: «Non ci fermeremo fin quando non si fermerà» la violenza contro le donne, «qualcosa di incompatibile con il nostro presente». E rilancia su X il messaggio che ieri sera ha rivolto alle donne nell’iniziativa che si è svolta davanti a Palazzo Chigi: «Siamo libere e nessuno può toglierci quella libertà, nessuno può pensare che siamo nel loro possesso. Nella Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, voglio dire alle donne italiane che non sono sole e che quando hanno paura, 1522 è il numero da chiamare, in qualsiasi momento, per avere aiuto immediato». Sui social pubblicato anche il video della serata con la proiezione del numero 1522 sulla facciata di Palazzo Chigi. Meloni ha quindi ribadito: «Le leggi ci sono, le istituzioni ci sono, compatte, per prevenire e combattere l’abominio della violenza contro le donne, dello stalking, del femminicidio. Grazie ai ministri e agli sportivi che ieri ci hanno aiutato a ribadire questo concetto. Dall’inizio del nostro mandato abbiamo svolto un’importante azione che riguarda gli strumenti di prevenzione e sicurezza. E non ci fermeremo». Non sarà in piazza oggi: «La celebreremo questa sera» la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne riferendosi alla cerimonia a Roma, con l’illuminazione della facciata di Palazzo Chigi.
Molti politici saranno presenti ad altre iniziative organizzate in tutta Italia.
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