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Sangiuliano diffida "Un giorno da pecora" di Radio1: “Basta prendermi in giro”. Pioggia di critiche sul ministro

Gennaro Sangiuliano, Ministro della Cultura, ha annunciato un'azione legale contro il noto programma satirico di Radio1, "Un Giorno da Pecora". Attraverso il suo legale, Silverio Sica (secondo il quotidiano Repubblica), il ministro ha inviato una lettera di diffida al programma, sostenendo di essere vittima di una "sistematica denigrazione" della sua immagine, che potrebbe configurarsi come un intento diffamatorio.

La difesa della satira e le reazioni 

Nonostante l'affermazione dell'avvocato Sica, Giorgio Lauro, conduttore storico di "Un Giorno da Pecora", ha dichiarato di non aver mai ricevuto la lettera. La co-conduttrice del programma, Geppi Cucciari, famosa per aver ironizzato sul Ministro in occasione del Premio Strega, ha contribuito attivamente alla satira riguardante la figura di Sangiuliano durante la trasmissione.

Il conflitto tra satira e reputazione

Diversi politici hanno reagito all'annuncio di Sangiuliano, tra cui Ouidad Bakkali del PD e Dario Carotenuto del Movimento 5 Stelle, sottolineando l'importanza della satira nel dibattito pubblico e criticando l'atteggiamento percepito come eccessivamente sensibile del ministro. Angelo Bonelli di Europa Verde e Barbara Floridia, presidente della commissione di vigilanza Rai, hanno anch'essi enfatizzato il valore della satira e l'esigenza per i politici di accettarla.

"Sta di fatto - ha detto Carotenuto - che l’intimidazione nei confronti di un programma storico di Radio Rai che negli anni ha preso di mira esponenti di ogni partito e ogni governo, ospitando esponenti di tutte le forze politiche è semplicemente inaccettabile. Siamo di fronte a un esercizio di protervia e arroganza degno di regimi non democratici".

Il caso sangiuliano: libertà di espressione contro protezione della reputazione

Il recente caso di Gennaro Sangiuliano, Ministro della Cultura, ha riacceso il dibattito toccando temi delicati come la libertà di espressione e la protezione della reputazione personale. Questo caso evidenzia il delicato equilibrio tra il diritto alla satira, considerato una forma essenziale di espressione libera, e il diritto delle figure pubbliche di tutelare la propria immagine da potenziali diffamazioni.

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