Solo il 15,5% degli italiani porta a casa il cibo non consumato al ristorante soprattutto per «una forma di imbarazzo psicologico», ma il 74% degli italiani si dice a favore della possibilità di portare a casa il cibo che non è riuscito a consumare; anzi, per il 22% di essi è addirittura una variabile importante nella scelta del ristorante. Se si considera il vino, la percentuale di chi lo porta a casa scende all’11,8%.
La quasi totalità dei ristoratori (91,8%) è comunque attrezzata per consentirlo. E’ quanto emerge da un’indagine sulla richiesta della Doggy bag fatta da Fipe Confcommercio e Comieco e presentata oggi in una conferenza stampa dal titolo "Spreco alimentare: al ristorante, la Doggy Bag si chiama rimpiattino».
I dati evidenziano segnali di cambiamento «ancora troppo timidi in un’epoca in cui l’attenzione agli sprechi, soprattutto alimentari, è sempre più alta e il 36% della spesa delle famiglie per prodotti alimentari transita fuori casa» dicono la Federazione italiana Pubblici Esercizi, e il Consorzio Nazionale Recupero e Riciclo degli Imballaggi a base cellulosica.
Fra le ragioni che frenano la richiesta del pacchetto degli avanzi ci sono anche la scomodità (19,5%) e l’indifferenza (18,3%). Nell’occasione Fipe e Comieco hanno rinnovato la collaborazione che nel 2019 ha promosso il progetto "Rimpiattino» - la versione italiana della «Doggy Bag» - attraverso il quale sono stati distribuiti ai ristoranti aderenti all’iniziativa iconici contenitori di carta proprio per portare a casa il cibo e il vino non consumati a tavola. In totale, a oggi, sono stati 24.000 i «Rimpiattini» distribuiti tra 875 ristoranti di 22 città.
E’ stata anche presentata la nuova funzionalità dell’app «Sprecometro» che misura lo spreco alimentare al di fuori delle mura domestiche, frutto di una collaborazione tra Fipe e l’Osservatorio Waste Watcher International.
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