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BigMama, da Sanremo all'Onu: 'Ho sopportato anni di bullismo, credere nei sogni salva'

Come in La Rabbia Non Ti Basta, "credere nei propri sogni salva". Rivelazione al Festival di Sanremo, la rapper e attivista Lgbtq+ BigMama ha portato il suo messaggio di uguaglianza, amore universale e di denuncia di bullismo e body shaming nell'aula dell'Assemblea Generale dell'Onu. Dall'Ariston al podio delle Nazioni Unite da cui ogni anno parlano i leader del pianeta: Marianna Mannone è intervenuta in inglese davanti a una platea di duemila liceali venuti da tutto il mondo. "Per tutta la vita mi hanno fatto credere di essere completamente sbagliata. Il mio fisico faceva in modo che la gente mi valutasse come 'non abbastanza' prima ancora che mi si potesse davvero conoscere". Una persona grassa - ha detto BigMama - "nell'immaginario degli altri è una persona svogliata, pigra, non attiva, non intelligente, che non ha voglia di migliorare. Per una persona come me sognare era inutile", ha rievocato la cantante con i ragazzi venuti a New York per il programma di formazione 'Gcmun talks' voluto da United Network, una organizzazione associata al Dipartimento di Global Communications delle Nazioni Unite.

Emozionata e per la prima volta nella Grande Mela (dove però era stata vista su un maxischermo di Times Square in collaborazione con Spotify), BigMama ha raccolto il testimone del podio dell'Onu dall'architetto Mario Cucinella per ripercorrere le tappe della sua storia personale: "Vengo da un paese molto piccolo con una mentalità altrettanto piccola. Ho dovuto sopportare anni di bullismo, verbale e fisico. Ogni giorno della mia infanzia e adolescenza lo ricordo pieno di parole di odio. 'Cicciona, fai una dieta, fai schifo'. Ho cercato per anni di evitare la sofferenza stando in silenzio. La prima risposta è stata la rabbia. A 13 anni ho scritto il mio primo pezzo, charlotte, un rap che parla di suicidio e autolesionismo e per tre anni l'ho tenuto tutto per me. BigMama è nata quando ho avuto la forza di metterlo su YouTube".

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