«Il rifiuto di uno Stato membro di riconoscere i cambiamenti di nome e di genere acquisiti in un altro Stato membro è contrario ai diritti dei cittadini dell’Unione».
E’ quanto si legge nel parere dell’Avvocatura generale della Corte di Giustizia Ue in merito al caso di un cittadini romeno registrato di sesso femminile alla nascita ma che, dopo essersi trasferito nel Regno Unito e acquisito cittadinanza britannica senza perdere quella romena, ha cambiato nome e genere.
Le autorità romene, successivamente, non hanno riconosciuto questo cambiamento. Il caso risale al 2017, prima della Brexit.
Caricamento commenti
Commenta la notizia