Il caso Sangiuliano e gli occhiali smart: ecco cos'è e come funziona lo strumento usato da Maria Rosaria Boccia
Nei film di James Bond e in altre pellicole di intrighi internazionali, i cosiddetti “occhiali da spia” sono sempre stati un elemento iconico. Gli agenti segreti sul grande schermo potevano contare su marchingegni avveniristici come i raggi X per individuare armi nascoste, la visione notturna e termica per rilevare persone in ambienti bui, e più recentemente, la realtà aumentata per visualizzare informazioni cruciali durante le missioni. Oggi, con il rapido avanzamento delle nuove tecnologie, dispositivi che un tempo erano immaginati solo per il mondo di 007, sono diventati accessibili a chiunque, dai comuni utenti della rete agli influencer di tendenza. Gli “occhiali smart”, come altri sofisticati dispositivi analoghi, diventano strumenti di narrazione personale in “soggettiva”, permettendo di catturare ogni momento della propria vita, spesso invadendo la privacy di chi si trova involontariamente ripreso sul “set” sconfinato dei social network. Questi nuovi arnesi, infatti, operano in un limbo normativo, lasciando ampie zone d’ombra sull’uso etico e legale, soprattutto in termini di riservatezza e sicurezza. Maria Rosaria Boccia sostiene che le riprese effettuate nei corridoi di Montecitorio con le lenti intelligenti di Meta/Ray-Ban sono del tutto “legali”, ignorando che la registrazione di immagini all’interno del Parlamento è vietata senza autorizzazione. Già a maggio la 41enne coinvolta nel “caso Sangiuliano” aveva condiviso sui social le “Storie” girate a Montecitorio (visibili su Instagram soltanto per 24 ore) con il tag "Creato con Ray-Ban/Meta". All'epoca, la questione passò del tutto inosservata, ed è esplosa solo ora mentre divampano le polemiche che coinvolgono il ministro Sangiuliano. Ma cosa sono esattamente questi famigerati visori e come funzionano? I Ray-Ban Meta, sviluppati da Meta in collaborazione con EssilorLuxottica (nata dalla fusione tra la francese Essilor e Luxottica di Leonardo Del Vecchio), appaiono come normali occhiali da sole o da vista, ma nascondono tecnologie avanzate come fotocamere, registratori audio e altoparlanti. Gli occhiali si attivano con un pulsante posto sulla stanghetta e si configurano tramite l’app “Facebook View”, che li collega alla pagina social dell'utente. Per realizzare foto o video, basta premere il tasto o usare comandi vocali. Durante la registrazione, un piccolo led bianco si accende per avvisare che la ripresa è in corso, ma questo “avvertimento” può facilmente passare inosservato a chi viene inquadrato. I file, memorizzati direttamente sugli occhiali, vengono poi trasferiti allo smartphone tramite Bluetooth o Wi-Fi, pronti per la condivisione online. A differenza dei più vistosi Google Glass (ormai non più in produzione), che mostravano informazioni in realtà aumentata, o degli Snapchat Spectacles, dotati di fotocamera per video e foto ma con un design più appariscente, i Ray-Ban Meta sono, quindi, difficili da distinguere da un comune paio di occhiali. Questa caratteristica li rende potenzialmente più invasivi per la sfera privata, anche perché non è immediatamente evidente quando sono in funzione per registrare.