Oggi ChatGPT, il celebre assistente virtuale di OpenAI, ha subito un’improvvisa interruzione globale, lasciando milioni di utenti senza accesso al servizio. Un messaggio di “errore interno del server” ha dominato le schermate di chi ha tentato di utilizzare la piattaforma, sollevando disagi e preoccupazioni in particolare tra aziende e professionisti che si affidano quotidianamente all’intelligenza artificiale. OpenAI ha confermato il problema poco dopo, spiegando che l’interruzione è stata causata da un guasto tecnico legato a un fornitore esterno. “I nostri tecnici sono al lavoro per risolvere la situazione”, ha dichiarato l’azienda, senza però fornire una stima chiara sui tempi di ripristino del servizio. Un altro stop per ChatGPT Quello di oggi non è il primo blackout che colpisce ChatGPT. Episodi simili si erano già verificati nei mesi scorsi, tra cui uno a giugno e un altro subito dopo il lancio di sora, l’ultima innovazione avanzata della piattaforma. Questi disservizi stanno mettendo in discussione la capacità di OpenAI di garantire un servizio stabile di fronte a una domanda in costante crescita. Secondo esperti del settore, la piattaforma sta affrontando una sfida infrastrutturale. La dipendenza da fornitori esterni, combinata con la complessità dei sistemi globali di intelligenza artificiale, rende la rete vulnerabile, specialmente nei momenti di massimo utilizzo. Frustrazione tra utenti e aziende L’interruzione di oggi ha avuto un impatto immediato su una vasta gamma di utenti, dalle aziende che utilizzano ChatGPT per il servizio clienti ai freelance e creatori di contenuti che ne fanno un pilastro delle loro attività quotidiane. Sui social media, le lamentele non si sono fatte attendere. “Una giornata persa”, ha scritto un utente su Twitter. Altri hanno espresso frustrazione per la mancanza di comunicazione da parte di OpenAI, chiedendo maggiore trasparenza e investimenti per evitare il ripetersi di questi episodi. La sfida per OpenAI OpenAI si trova ora davanti a una sfida cruciale: garantire la stabilità del servizio in un contesto di domanda crescente e concorrenza sempre più agguerrita. Investire in infrastrutture interne più robuste e ridurre la dipendenza da fornitori esterni saranno passi fondamentali per riconquistare la fiducia degli utenti. L’incidente di oggi è un campanello d’allarme che invita a riflettere sull’affidabilità delle piattaforme basate su intelligenza artificiale. Se OpenAI saprà trasformare questa crisi in un’opportunità, dipenderà dalle decisioni che prenderà nei prossimi mesi.