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Il cibo, un "nemico" da affrontare insieme: la Giornata del Fiocchetto Lilla e i centri in Sicilia e Calabria in cui trovare aiuto

In prima pagina sull'inserto Noi Magazine il focus sui Disturbi dell'Alimentazione e della Nutrizione, la seconda causa di morte tra i giovani dopo gli incidenti

Si chiamano Disturbi della Nutrizione e dell’Alimentazione e, soprattutto bulimia e anoressia nervosa, assillano adolescenti e giovani donne. I dati evidenziano che tra il 2-4% della popolazione generale soffre di disturbi da alimentazione incontrollata (binge eating), mentre tra l’1-2 % di bulimia e lo 0,5-1 % circa di anoressia. L’età media di insorgenza dei sintomi, con gli opportuni distinguo da caso a caso, è “under 14” e interessa maggiormente la fascia di età tra i 14 e i 16 anni fino ai 18 per la bulimia e ai 30 per il binge eating.

Pingitore (Asp Cosenza): necessario capire che non si è soli

«Le stime di prevalenza variano, ma i dati indicano che sono molte le persone che soffrono questo disagio», afferma Amedeo Pingitore, psicologo e psicoterapeuta del Dipartimento di Salute mentale dell’Azienda Sanitaria di Cosenza, docente presso l’Istituto di Psicologia Umanistica Esistenziale di Roma, a proposito dei disturbi del comportamento alimentare che colpiscono giovani e giovanissimi. Sono spesso legati a bassa autostima e insicurezza, a fattori familiari e sociali, come percezioni distorte di modelli di bellezza, confronto costante con immagini idealizzate. Ma, nel percorso per vincere questi disturbi alimentari ciò che più interessa «è far sentire la propria vicinanza. Far capire che non si è da soli e chiedere aiuto non è segno di debolezza, ma di forza, - spiega il dottore Pingitore - un passo fondamentale è dire che il cibo non è il nemico e che occorre imparare ad ascoltare il proprio corpo e riconoscere i segnali di fame e sazietà. Inoltre, bisogna sottolineare che il valore di una persona non dipende dal peso e non si misura in chili, ma in ciò che si è. La bilancia non deve essere un assillo». Ma cosa suggerisce l’esperto a ragazzi e ragazze per vincere la battaglia con il cibo? «Importante rassicurarli e farli riflettere sul senso della vita e serve ricordare a loro che talvolta occorre essere indulgenti verso sé stessi. Non deve mancare, poi, il sostegno nei momenti critici, in quanto il percorso di guarigione è fatto di alti e bassi, ma ogni piccolo passo in avanti è importante. Bisogna chiedere aiuto senza provare paura o vergogna».

A dare una mano sono «innanzitutto i presìdi istituzionali delle Aziende Sanitarie, come i Centri di Salute Mentale con specialisti che provvedono a una presa in carico appropriata.- specifica il dottore Pingitore - Ci sono, poi, altre strutture specializzate, il FoodForMind Centro Disturbi Alimentari presente a Catania, Palermo e Reggio Calabria. Questi centri offrono un’équipe multidisciplinare composta da specialisti in scienze dell’alimentazione, psicologi psicoterapeuti ed endocrinologi. Inoltre, un ambulatorio per la valutazione dei Disturbi è all’Università Magna Graecia di Catanzaro». A Messina, l'Asp e il Policlinico Universitario partecipano alla sensibilizzazione e offrono sostegno specializzato.

Intercettare i primi segnali di malessere

Intercettare i primi segnali di malessere o una valutazione precoce dei primi sintomi può fare la differenza. Per questo, il 15 marzo, si celebra la “Giornata nazionale del fiocchetto lilla” dedicata alla sensibilizzazione e informazione sui disturbi del comportamento alimentare. Un’occasione per dibattere su un problema molto attuale e diffuso tra i più giovani, per alzare l’attenzione sulle sue cause, ma soprattutto per capire meglio le particolarità e gli effetti gravissimi che i disturbi alimentari possono causare. Per riflettere e informare sull’argomento tantissime sono le iniziative a cui partecipano le comunità scolastiche, dagli eventi programmati ai laboratori, dalla colorazione degli edifici e delle vetrine all’inaugurazione delle panchine lilla. La Giornata è stata promossa per la prima volta nel 2012 dall’Associazione “Mi Nutro di Vita” di Pieve Ligure (GE). L’iniziativa è partita da Stefano Tavilla, che il 15 marzo del 2011 ha perso per bulimia, a soli 17 anni, la figlia Giulia.

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