
"Cari fratelli e sorelle buona Pasqua". Papa Francesco si è affacciato dalla Loggia delle Benedizioni per il tradizionale Urbi et Orbi, nel giorno in cui la Chiesa cattolica celebra la resurrezione di Cristo. E’ stato salutato da ovazioni dei presenti in Piazza San Pietro, anche quando a bordo della jeep bianca, tra i fedeli, ha attraversato viale della Conciliazione. L’auto si è fermata più volte per consentire agli uomini della Gendarmeria vaticana di portare dei bambini piccoli davanti al Pontefice per una benedizione. A quelli più grandi Francesco ha donato caramelle. E’ la prima volta dopo il ricovero al Gemelli che Bergoglio fa il giro tra i fedeli in piazza San Pietro.
Prima della benedizione alla Città e al mondo, Francesco ha voluto sottolineare che «Nessuna pace è possibile senza un vero disarmo! L'esigenza che ogni popolo ha di provvedere alla propria difesa non può trasformarsi in una corsa generale al riarmo», ha sottolineato il Pontefice. «La luce della Pasqua ci sprona ad abbattere le barriere che creano divisioni e sono gravide di conseguenze politiche ed economiche. Ci sprona a prenderci cura gli uni degli altri, ad accrescere la solidarietà reciproca, ad adoperarci per favorire lo sviluppo integrale di ogni persona umana», ha aggiunto. E in quest’anno giubilare, «la Pasqua sia anche l’occasione propizia per liberare i prigionieri di guerra e quelli politici!».
Il Papa chiede inoltre pace in Terra Santa. «Preoccupa il crescente clima di antisemitismo che si va diffondendo in tutto il mondo. In pari tempo, il mio pensiero va alla popolazione e in modo particolare alla comunità cristiana di Gaza, dove il terribile conflitto continua a generare morte e distruzione e a provocare una drammatica e ignobile situazione umanitaria. Faccio appello alle parti belligeranti: cessate il fuoco, si liberino gli ostaggi e si presti aiuto alla gente, che ha fame e che aspira ad un futuro di pace!», scrive nell’Urbi et Orbi letto da mons. Diego Ravelli. E ancora, «Non venga mai meno il principio di umanità come cardine del nostro agire quotidiano. Davanti alla crudeltà di conflitti che coinvolgono civili inermi, attaccano scuole e ospedali e operatori umanitari, non possiamo permetterci di dimenticare che non vengono colpiti bersagli, ma persone con un’anima e una dignità».
Infine «Faccio appello a tutti quanti nel mondo hanno responsabilità politiche a non cedere alla logica della paura che chiude, ma a usare le risorse a disposizione per aiutare i bisognosi, combattere la fame e favorire iniziative che promuovano lo sviluppo. Sono queste le 'armi' della pace: quelle che costruiscono il futuro, invece di seminare morte!».
L'omelia di Francesco letta dal cardinale Comastri
La Pasqua parla di un Cristo ancora vivo in mezzo a noi: era invece stato il messaggio del Pontefice nell'omelia della messa letta dal cardinale Angelo Comastri, in una piazza San Pietro gremita da oltre 35 mila fedeli. "Cristo è risorto, è vivo! Egli non è rimasto prigioniero della morte, non è più avvolto nel sudario, e dunque non si può rinchiuderlo in una bella storia da raccontare, non si può fare di Lui un eroe del passato - si legge nel testo dell'omelia del Papa - o pensarlo come una statua sistemata nella sala di un museo! Al contrario, bisogna cercarlo e per questo non possiamo stare fermi. Dobbiamo metterci in movimento, uscire per cercarlo: cercarlo nella vita, cercarlo nel volto dei fratelli, cercarlo nel quotidiano, cercarlo ovunque tranne che in quel sepolcro. Cercarlo sempre".
Il Papa ha sottolineato che Cristo risorto "dimora in mezzo a noi, si nasconde e si rivela anche oggi nelle sorelle e nei fratelli che incontriamo lungo il cammino, nelle situazioni più anonime e imprevedibili della nostra vita. Egli è vivo e rimane sempre con noi, piangendo le lacrime di chi soffre e moltiplicando la bellezza della vita nei piccoli gesti d'amore di ciascuno di noi".
"Il Giubileo ci chiama a rinnovare in noi il dono di questa speranza, a immergere in essa le nostre sofferenze e le nostre inquietudini, a contagiarne coloro che incontriamo sul cammino, ad affidare a questa speranza il futuro della nostra vita e il destino dell'umanità. E perciò non possiamo parcheggiare il cuore nelle illusioni di questo mondo o rinchiuderlo nella tristezza; dobbiamo correre, pieni di gioia. Corriamo incontro a Gesù, riscopriamo la grazia inestimabile di essere suoi amici".
Prima di entrare in basilica, Papa Francesco ha avuto un colloquio privato di alcuni minuti per lo scambio d'auguri con il vicepresidente Usa JD Vance, che subito dopo ha lasciando il Vaticano.
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