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La "strana" finale
per il ferrarista
Alonso

Mercoledì ha sofferto fino all'ultimo rigore per la Spagna, ieri sera ha gioito per il "meritatissimo" successo dell'Italia. Spagnolo di nascita, ma italiano d'adozione, per Fernando Alonso non poteva esserci finale migliore, a Euro 2012, di quella tra le Furie Rosse e gli Azzurri. Una "bella rivincita" di due nazioni "nell'occhio del ciclone" perché "in gravi difficoltà economiche", ma che nel calcio "sono le migliori d'Europa". "Buffo, no?", osserva Alonso pregustando una domenica speciale. "Siamo partiti con Spagna-Italia quando eravamo a Montreal per il Gran Premio del Canada - ricorda - e ci ritroveremo, tre settimane dopo, con la stessa partita, stavolta in finale. E' da 13 anni ormai che passo più tempo in Italia che in Spagna e da tre sono in una squadra che rappresenta l'Italia in tutto il mondo, quindi non potevo sognare una conclusione più bella". La finale migliore, ma forse anche la più sofferta, con il cuore diviso tra la patria d'origine e quella acquisita. "Sono felice per tutti i miei amici italiani: nessuno dava la Nazionale come finalista alla vigilia e invece - sottolinea - ce l'hanno fatta. Non hanno mai mollato, hanno sempre creduto nelle loro capacità e hanno dimostrato di poter essere all'altezza dei migliori". Quasi come la Ferrari di quest'anno, secondo il campione del mondo: "Siamo partiti male, ci siamo presi un bel po' di critiche, con tutti che ci davano per spacciati, eppure adesso - dice con orgoglio - le cose sono cambiate". L'unica differenza è che "per noi ferraristi - fa notare - manca ancora una vita, 12 gare, prima della fine del campionato, mentre Spagna e Italia sono a 90 minuti - o a 120? - dall'assegnazione del titolo". Comunque vada a finire, Alonso non prevede vita facile per la sua Spagna: "Sarà dura - pronostica - perché l'Italia è forte. Lo è stata nella prima partita e lo sarà ancora di più domenica sera, ora che è cresciuta tantissimo. I giocatori chiave? Iniesta e Casillas per noi, Pirlo e Buffon per loro. Poi ci sono le sorprese, come Balotelli ad esempio...". Il tono delle parole tradisce un po' di sana scaramanzia: "Per noi spagnoli vincere - ammette - sarebbe qualcosa d'incredibile: Europei, Mondiali e poi ancora Europei, un ciclo eccezionale. E poi darebbe a tutti un motivo per sorridere in un momento così difficile come quello che stiamo vivendo". In Spagna come in Italia, divise sul campo di calcio ma in questo momento accomunate dallo stesso destino economico. "Due nazioni nell'occhio del ciclone, che sono le migliori d'Europa - conclude Alonso -. Davvero una bella rivincita". (ANSA)

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