Da lí hanno salutato le decine di migliaia di tifosi che si sono riversati nelle strade centrali della capitale, ma solo dopo la visita, d'obbligo, alla Zarzuela, sede della famiglia reale. La passeggiata trionfale delle furie rosse iniziava giá all' ingresso della capitale, quando lungo l'autostrada decine di auto si incolonnavano dietro al pullman. E nel senso opposto, si fermavano per un rapido saluto ai campioni. Tutto bloccato per la squadra che "ha fatto storia", "è leggenda", come non si stancano di ripetere i media nazionali. Il ritardo di piú di un' ora nell' inizio dei festeggiamenti glielo si perdona, ammazzando il tempo con panini e lattine di birra in una cittá che da l' impressione di aver tolto per un giorno la proibizione di bere alcolici per strada. Ma tutto é concesso, davanti a La Roja. Anche dimenticarsi della crisi per un paio di giorni. Lo ha fatto Juan, un tifoso madrileño che alla Plaza de Cibeles ci accompagnava il figlioletto di dieci anni, esasperato dall'attesa dei campioni. "Ci fa da pozione magica, oggi possiamo non pensare all' aumento della fattura della luce e del gas -in vigore proprio da oggi- o ai ticket ai medicinali", dice sintetizzando un sentimento generalizzato. Lungo la Gran Vía, gente di tutte le etá che vuole vedere da vicino i ragazzi di Del Bosque si ammassa sulle transenne, che la polizia ha il suo da fare per sostenere. Le magliette della nazionale si alternano con quelle -a ruba, dice un venditore- che celebrano il trionfo di ieri sera, con il 4 a 0 stampato in grandi lettere gialle. Spingono e saltano sempre di piú, i tifosi, mano mano che il pullman si avvicina alla destinazione. E lí, nella Plaza de Cibeles, non ci entra piú nessuno giá da metá pomeriggio. C'é solo spazio per la festa -concerto incluso, con Carlos Jaen tra gli altri noti cantanti- i cori ininterrotti e i "po-po-po" (proprio quello che fu "inno" del mondiale vinto dall' Italia) per i campionissimi, osannati uno per uno ogni volta che appaiono sul maxischermo montato di fianco al Comune della capitale. Loro, i campioni d' Europa, ne approfittano per bere spumante e innaffiare la folla, nel caso di Xabi Alonso, per twittare, come Piquet, o per mostrare la coppa ai tifosi. Che, da sotto il pullman, si sgolano: "sí sí sí, la coppa eccola qui". E per le celebrazioni vere e proprie -prima di tornare alla realtà- c'è ancora tutta la notte.
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