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Zeman già
all'attacco

Arrivare prima degli avversari sul pallone per arrivare prima anche in classifica. Zdenek Zeman, in ritiro con la sua Roma da un paio di giorni a Riscone di Brunico per preparare la nuova stagione, non ha dubbi. "Siamo qui per lavorare e quando arriveranno gli impegni ufficiali saremo tutti a posto". Grazie a un ricco menù che prevede inizialmente per Totti e compagni tanta corsa, sacchi pieni d'acqua da caricarsi sulle spalle e i famigerati gradoni. Nessun mistero quindi che molti siano già con la lingua di fuori. "Ma ci stiamo preparando quindi è normale che si fatichi - ha spiegato il tecnico boemo - se andavamo alla Valtur era diverso". Il tempo delle vacanze è ufficialmente finito. E domani ci sarà già la prima uscita in amichevole contro una rappresentativa dell'Altro Adige. "Di calcio in questi giorni non abbiamo ancora parlato con la squadra - ha però voluto sottolineare Zeman - voglio vedere i giocatori come si comportano senza guida. Non chiedo niente, solo di vedere cosa fanno da soli, tenendo conto anche del fatto che ora sono appesantiti".  "L'obiettivo è competere - ha quindi confessato Zeman - Questo significa giocarsela con gli altri per fare risultato, a prescindere se si chiamano Inter, Juventus, Milan o Pescara. Favoriti? Il campionato inizia con zero punti per tutti, con zero gol fatti e subiti. Poi si deve costruire partita su partita. L'affetto dei tifosi lo sento, ma sarò più contento se faranno lo stesso a fine stagione. Ci saranno gioie e dolori per tutti, spero più gioie che dolori". Ma comunque sia Zeman non si tirerà indietro: "Io mi sento un allenatore, faccio questo mestiere da tanto tempo, sono a disposizione della società per cercare di migliorare la squadra. Questo è il mio compito ed è normale che le responsabilità ricadano sull'allenatore, io sono pronto a prendermele". Così come è pronto a riaffidare le chiavi della Roma al suo capitano: "Con Totti siamo stati insieme sul campo 13 anni fa, quindi l'ho visto crescere. Magari fisicamente non sarà più quello di una volta, ma per me Totti è sempre Totti come calciatore - le parole di stima del boemo verso il numero 10 - Lo utilizzerò dove penso possa servire di più alla squadra.  Il top player è quello che può far la differenza in campo, e non è detto che la faccia chi costa 20 milioni di più". Così come non può essere una scritta, nello specifico quella scelta dalla Juventus ('30 sul campò), a indicare i titoli vinti da una società: "Per me gli scudetti sono tanti quanti sono stati assegnati. Poi se leggo qualche dichiarazione e qualche libro scritto penso che già 28 sono troppi...". (ANSA)

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