L'attesa è finita. Dopo mesi di lavoro della Procura federale, da domani va in scena il processo sportivo al Calcioscommesse, con l'ex Ostello della Gioventù del Foro Italico che tornerà a riempirsi di calciatori, tecnici e dirigenti. Se però due mesi fa erano stati i tesserati di Serie B e Lega Pro a finire alla sbarra, questa volta c'é la Serie A e il tecnico della Juventus campione d'Italia, Antonio Conte, che ha catalizzato l'attenzione mediatica rispetto agli altri 44 tesserati e 13 club deferiti. Il procedimento di domani, basato sugli atti trasmessi dalla Procura della Repubblica di Cremona, però, non è che una parte dell'inchiesta che, nell'estate 2011, ha condotto ai primi verdetti, ed è una prosecuzione del processo svoltosi a fine maggio. Anche qualche protagonista è lo stesso di due mesi fa, come l'ex Cremonese e Piacenza Carlo Gervasoni e l'ex calciatore del Siena Filippo Carobbio, che domattina saranno in aula con un'altra sfilza di illeciti ciascuno. Il loro ruolo di 'pentiti' nell'inchiesta però permetterà loro di patteggiare ancora una volta. Sui due, infatti, si basa gran parte dell'impianto accusatorio del Procuratore Stefano Palazzi, che attenderà in aula domani sette club e 26 tesserati. Quelli, del filone d'inchiesta di Cremona, appunto. Ai quali da venerdì si aggiungeranno altre sei società e 19 tesserati, grazie agli atti trasmessi dalla Procura di Bari e alle deposizioni dell'ex capitano dei pugliesi Andrea Masiello, reo confesso di aver alterato o tentato di alterare con la sua cricca di amici scommettitori ben sei incontri disputati dai biancorossi tra il 2010 e il 2011. Domani, però, è il giorno di Conte. Le indiscrezioni hanno ampiamente anticipato la sua linea difensiva: il tecnico bianconero usufruirà dell'istituto del patteggiamento, grazie all'accordo preliminare tra i suoi legali e la Procura federale per una squalifica di tre mesi e una consistente ammenda (probabilmente 200mila euro, da devolvere, assieme alle altre, alle popolazioni terremotate dell'Abruzzo e dell'Emilia). In questo modo Conte - deferito per l'omessa denuncia delle presunte combine di Novara-Siena e AlbinoLeffe-Siena avvenute quando era alla guida dei toscani - eviterà le incognite della fase dibattimentale e inizierà il conto alla rovescia per il suo ritorno in panchina, previsto per i primi di novembre (Juve- Inter è in programma il 4). Il patteggiamento, però, dovrà essere accordato dalla Commissione Disciplinare presieduta da Sergio Artico. Domani sarà anche il giorno in cui si valuteranno le posizioni del Siena, che rischia una consistente penalizzazione per i numerosi illeciti che avrebbero commesso i suoi tesserati: Carobbio, Marcelo Larrondo, Roberto Vitiello, Claudio Terzi e l'ex Ferdinando Coppola sono tra i 33 tesserati (contando anche quelli del filone barese) accusati di illecito; così come il collaboratore di Conte, ora alla Juventus, Cristian Stellini. Rischiano uno stop di almeno tre anni. Ma i senesi potrebbero perdere, per omessa denuncia, anche il preparatore dei portieri Marco Savorani, il preparatore atletico Guido D'Urbano e il capo osservatore tecnico Daniele Faggiano (é ex Siena anche il vice di Conte alla Juve, Angelo Alessio, che con il tecnico condivide anche i capi d'imputazione). A tremare, però, sarà soprattutto il Grosseto, deferito per responsabilità diretta per il presunto coinvolgimento del presidente Piero Camilli nella combine della partita Ancona- Grosseto del 30 aprile 2010. I maremmani potrebbero essere retrocessi dalla Serie B in Lega Pro. Un destino che li accomuna al Lecce dell'ex presidente Pierandrea Semeraro, che venerdì dovrà rispondere della presunta combine del derby Bari-Lecce del 15 maggio 2011. Tra i club di A potrebbero incappare in una penalizzazione il neopromosso Torino e, venerdì, la Sampdoria e il Bologna; Mentre rischia al massimo un'ammenda l'Udinese. Domani sarà la volta anche di AlbinoLeffe e Novara (già penalizzate a maggio), Varese e Ancona (ma il club marchigiano nel frattempo è fallito). Fra tre giorni si discuterà del Portogruaro e di altri tesserati illustri come il bolognese Daniele Portanova, l'ex capitano felsineo Marco Di Vaio o gli juventini Leonardo Bonucci e Simone Pepe: il primo deferito per illecito, l'altro per omessa denuncia per Udinese-Bari del maggio 2010, quando il difensore vestiva la maglia dei pugliesi e il centrocampista quella dei friulani. Per le sentenze occorrerà attendere al massimo il 9 agosto. Poi, dopo Ferragosto, via al procedimento d'appello in Corte di giustizia federale. (ANSA)