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L'agente Gaetano Paolillo tra Kakà, Mastour e i talenti messinesi

Il calcio lo ha vissuto in tutte le salse, prima da ala destra di spinta in Serie C, poi da procuratore, il campo in cui ha compiuto dei colpi che sono entrati nella storia. Gaetano Paolillo, classe 1957, è oggi un'istituzione del calciomercato, colui che è stato capace di portare un ragazzino di vent'anni dal Brasile al Milan, trasformando Ricardo Izecson Dos Santos Leite nel pallone d'oro Kakà. Era il 2003, da allora il mondo della trattative è cambiato ma lui che oggi lavora spalla a spalla con il figlio Dario, non smette di scovare talenti in giro per l'Italia ed il mondo. «La comunicazione nel nostro lavoro è diventata fondamentale, predominante, bisogna essere capaci di trovare ottimi prospetti ma soprattutto riuscire a valorizzarli, con oculatezza, facendo in modo che non si perdano - ha affermato Paolillo incalzato dalle nostre domande -. Bisogna puntare su ragazzi bravi tecnicamente ma soprattutto che siano in grado, assieme alle famiglie, di supportare la tensione emotiva»

Uno dei gioiellini attuali della scuderia “One” è Hachim Mastour, giovanissimo talento del Milan, classe 1998, che vanta richieste da diverse squadre europee pur non avendo trovato molto spazio quest'anno in rossonero: «Siamo un po' delusi, non lo neghiamo. Ha iniziato la preparazione con la prima squadra e ci è rimasto per tutta la stagione, eravamo convinti che, visti i risultati non brillanti, ci fosse più spazio per lui. Ha patito degli infortuni, ma i presupposti non sono mancati. I tifosi del Diavolo lo aspettano, vediamo che succederà adesso». Il marocchino per l'esperto agente Fifa è un predestinato, ma non è il solo che ha tutte le carte in regola per diventare un top player. Di recente i Paolillo hanno infatti concluso il trasferimento dell'attaccante Gianluca Scamacca, classe 1999 scuola Roma, al Psv Eindhoven: «Aveva tante offerte ma ha scelto questa olandese, bisogna farlo crescere con calma, ma ha delle potenzialità notevoli». 

Per dirla alla Maurizio Costanzo, Paolillo riserva alla squadre italiane alcuni “consigli per gli acquisti”: «C'è una moda esagerata legata alla ricerca del fuoriclasse straniero, mentre tanti ragazzi italiani meriterebbero più spazio. Talvolta si ingaggiano calciatori di altri paesi pensando di risparmiare, si strapagano per poi ritrovarsi atleti che non tengono alla maglia o non rendono. Serve più fiducia per i nostri giovani, anche aspettandoli, nel mondo del pallone come nella vita». Quando davanti ci si trova campioni, però, nessuna titubanza. In questo senso, la “Kakà story” insegna: «Ricky l'ho visto giocare e subito ho contattato la dirigenza del Milan, che però aveva in squadra trequartisti come Rivaldo e Rui Costa, strapagati. Tentennevano, ho insistito, Ancelotti lo provò durante alcuni allenamenti necessari ad ambientarsi, e decise che fosse subito pronto per San Siro. Senza infortuni forse la sua carriera sarebbe stata ancora più ricca di soddisfazioni, ma resta un simbolo in quanto ad eleganza, classe e qualità». 

Da pugliese, varesino d'adozione, Paolillo spera a breve di rivedere piazze storiche del calcio meridionale in massima serie: parla di Lecce, Catania, Bari. Poi anche di Messina, la quale sembra ad un passo dal divorzio dai Lo Monaco: «Lo conosco come dirigente, abbiamo trattato per qualche mio assistito tra Catania e Genoa, i fatti parlano per lui. Ma fare il presidente di una squadra è un'altra cosa, quello che posso dire è che l'Acr merita almeno la Serie B»

Negli ultimi giorni è stato in riva allo Stretto per visionare da vicino alcuni prospetti della Scuola Calcio Sicilia, affiliata Ac Milan. Tra questi c'è Simone Pitale, nato nel 2002, già seguito da alcune società prestigiose a livello europeo e di cui si aspetta il trasferimento a breve. «Rispetto Antonello Panebianco, persona seria e competente, capace di creare una struttura sportiva di buon livello con allenatori qualificati  e impianti all'altezza di una società professionistica - ha detto il manager -, grazie anche ai suoi sforzi alcuni di questi ragazzi potrebbero avere delle opportunità importanti, me lo auguro». Diversi prospetti si sono messi in mostra nell'ultimo torneo internazionale di Agropoli, nel quale la Sc Sicilia ha conquistato il secondo posto. Buoni risultati anche in Coppa del Sorriso, Coppa Carnevale, Torneo “Dejan  Drago”, torneo “Barcellona” e campionato Csi regionale nelle categorie Giovanissimi, Esordienti e Pulcini. «Ho avuto modo in questi giorni di farmi un'idea su alcuni tesserati, li terrò d'occhio», ha aggiunto Paolillo. Magari per qualcuno di loro si apriranno le porte dei vertici del calcio italiano.

L'IDENTIKIT

Gaetano Paolillo è nato l' 8 Aprile 1957 a Barletta, il 20 Aprile 1975 esordisce in Serie B a Novara nella partita Novara-Brindisi all' età di 18 anni. Nel 1981 si laurea in Scienze Motorie, nove anni dopo a Coverciano ottiene il patentino di allenatore professionista. Consegue la licenza di Agente Fifa nel 1992, undici anni dopo piazza il colpo più importante portanto in agosto Kakà dal San Paolo al Milan, seguendo il brasiliano durante la sua esperienza in rossonero fino alla conquista del pallone d'oro ottenuto nel 2007. Tra gli altri giocatori di cui ha curato gli interessi ci sono Marcio Amoroso, Ganso, Coloccini, Kalac, Obinna, Vanoli, Delvecchio e Milanese.

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