Dopo il terremoto scatenato dalla
Procura di Catanzaro con l’inchiesta 'Dirty Soccer', la palla
passa alla giustizia sportiva. Studiate le carte, la Procura
Figc inizierà infatti lunedì le audizioni dei primi due
tesserati della lunga lista di oltre 70 indagati tra calciatori,
dirigenti e presidenti di club che, secondo gli inquirenti,
facevano parte di due distinte organizzazioni criminali che
hanno combinato decine di match di Lega Pro e Serie D. Gli 007
federali, guidati dal procuratore Stefano Palazzi, danno così
avvio all’ennesima estate di processi sul Calcioscommesse. E
sarà di nuovo una corsa contro il tempo, anche perché tra le
partite sospette c'è anche quella con il Savona che ha portato
alla promozione in Serie B del Teramo.
L’attenzione sarà rivolta inizialmente su tre match della Pro
Patria (una delle oltre trenta società coinvolte), già segnalati
da Federbet in un esposto alla Procura della Repubblica di Busto
Arsizio: Cremonese-Pro Patria (3-1) del 15 dicembre 2014,
Torres-Pro Patria (4-0) dell’11 gennaio 2015 e Pro Patria-Pavia
(2-3) del 17 gennaio 2015.
I primi ad essere ascoltati saranno l’ex calciatore del club
lombardo, Andrea Ulizio e l’ex allenatore Marco Tosi, per cui
due giorni fa il gip distrettuale di Catanzaro ha confermato gli
arresti domiciliari e che quindi sarà sentito dai federali a
Livorno: in 'trasfertà come saranno, dopo aver ottenuto
l'autorizzazione del magistrato competente, gli interrogatori di
tanti tesserati sottoposti a fermo.
Per gli inquirenti, Mauro Ulizio, dg Monza e dg di fatto del
Pro Patria, attualmente in carcere, controllava le partite del
club avvalendosi dei suoi «operai» (termine usato al telefono
con i suoi solidali): il figlio Andrea, l’allenatore Tosi e i
giocatori Adolfo Gerolino e Vincenzo Melillo al servizio di una
cricca, dietro il pagamento di 5 mila euro a partita combinata.
Tra i diversi episodi che li riguardano ne emerge uno:
nell’analisi della gara persa con la Cremonese, Tosi riprese
Myles Anderson, calciatore incolpevole sui gol e giustificò
invece Melillo e Gerolino, coinvolti in due delle tre reti
subite. Mauro Ulizio si congratulò con Tosi attraverso una sms
("mio figlio dice che sei il numero 1") e si adoperò affinché il
figlio espulso scontasse soltanto un turno di squalifica. «A
fine gara, Andrea - si legge nelle carte - chiama il papà e al
figlio venne data una sola giornata con l’intervento del papà.
Il dirigente occulto della Pro Patria si vanta di avere dei
contatti importanti all’interno della commissione».
Dopo il terremoto scatenato dalla Procura di Catanzaro con l’inchiesta 'Dirty Soccer', la palla passa alla giustizia sportiva. Studiate le carte, la Procura Figc inizierà infatti lunedì le audizioni dei primi due tesserati della lunga lista di oltre 70 indagati tra calciatori, dirigenti e presidenti di club che, secondo gli inquirenti, facevano parte di due distinte organizzazioni criminali che hanno combinato decine di match di Lega Pro e Serie D. Gli 007 federali, guidati dal procuratore Stefano Palazzi, danno così avvio all’ennesima estate di processi sul Calcioscommesse. E sarà di nuovo una corsa contro il tempo, anche perché tra le partite sospette c'è anche quella con il Savona che ha portato alla promozione in Serie B del Teramo. L’attenzione sarà rivolta inizialmente su tre match della Pro Patria (una delle oltre trenta società coinvolte), già segnalati da Federbet in un esposto alla Procura della Repubblica di Busto Arsizio: Cremonese-Pro Patria (3-1) del 15 dicembre 2014,Torres-Pro Patria (4-0) dell’11 gennaio 2015 e Pro Patria-Pavia(2-3) del 17 gennaio 2015. I primi ad essere ascoltati saranno l’ex calciatore del club lombardo, Andrea Ulizio e l’ex allenatore Marco Tosi, per cui due giorni fa il gip distrettuale di Catanzaro ha confermato gli arresti domiciliari e che quindi sarà sentito dai federali aLivorno: in 'trasfertà come saranno, dopo aver ottenuto l'autorizzazione del magistrato competente, gli interrogatori ditanti tesserati sottoposti a fermo. Per gli inquirenti, Mauro Ulizio, dg Monza e dg di fatto del Pro Patria, attualmente in carcere, controllava le partite del club avvalendosi dei suoi «operai» (termine usato al telefono con i suoi solidali): il figlio Andrea, l’allenatore Tosi e i giocatori Adolfo Gerolino e Vincenzo Melillo al servizio di una cricca, dietro il pagamento di 5 mila euro a partita combinata. Tra i diversi episodi che li riguardano ne emerge uno: nell’analisi della gara persa con la Cremonese, Tosi riprese Myles Anderson, calciatore incolpevole sui gol e giustificò invece Melillo e Gerolino, coinvolti in due delle tre reti subite. Mauro Ulizio si congratulò con Tosi attraverso una sms ("mio figlio dice che sei il numero 1") e si adoperò affinché ilfiglio espulso scontasse soltanto un turno di squalifica. «A fine gara, Andrea - si legge nelle carte - chiama il papà e al figlio venne data una sola giornata con l’intervento del papà. Il dirigente occulto della Pro Patria si vanta di avere dei contatti importanti all’interno della commissione».