Per la settima volta in carriera, Novak Djokovic raggiunte la finale degli Australian Open: sarà lui domenica a contendere a Rafael Nadal, nel 53esimo episodio della rivalità fra i due campioni che stanno caratterizzando l’inizio del terzo millennio, il titolo del primo Slam stagionale, in un match clou che vedrà di fronte i primi due giocatori del ranking mondiale e del tabellone. Il 31enne serbo, un po' come ieri il mancino spagnolo con il Next Gen greco Stefanos Tsitsipas, ha dominato il francese Lucas Pouille, numero 31 Atp e 28esima testa di serie, alla prima semifinale Slam in carriera: 6-0 6-2 6-2 il netto punteggio con cui, in appena un’ora e 23 minuti, il tennista di Belgrado ha archiviato la pratica sulla Rod Laver Arena. Dopo una prestazione 'monstre', con appena 5 errori gratuiti commessi, rilanciato da una seconda parte di 2018 davvero spaziale (trionfi a Wimbledon e US Open solo per citare i più prestigiosi), 'Nole' nel teatro dove ha conquistato ben 6 dei suoi 14 Major (a Melbourne ha un record di 67 match vinti a fronte di 8 sconfitte) può puntare a centrare il terzo Slam di fila, così da arricchire ulteriormente la sua collezione di trofei. Desidera fortemente calare il Settebello vincente Djokovic, per diventare il recordman assoluto di trionfi down under, che attualmente condivide con Roger Federer e Roy Emerson il primato di affermazioni (6). In quello che era il primo testa a testa fra i due nel tour il francese è stato costretto a cedere la battuta già nel suo primo turno, dopo aver salvato due palle break di fila ma sulla terza ha commesso doppio fallo rischiando la seconda di servizio. Un Djokovic praticamente perfetto quanto a solidità e profondità di colpi, come se sapesse prima quel che l'avversario avrebbe fatto in campo, ha tenuto la situazione sotto controllo e poi ha 'strappatò di nuovo il francese, volando sul 5-0 (dieci punti di fila sul proprio servizio) per poi rifilare un 'bagel' in 23 minuti a un Pouille che neppure aveva giocato male. Il 24enne di Grande-Synthe ha rotto finalmente il ghiaccio (1-1), grazie a due passanti di diritto incrociati da applausi, però nel quarto game il terzo doppio fallo gli è costato ancora il break, che ha indirizzato anche il secondo parziale dalla parte del serbo, pronto a metterlo in cassaforte (6-2) in meno di un’ora dopo che il rivale, costretto ad andare spesso sopra ritmo per provare a sfondare il muro di gomma avversario, ha mancato due chance per accorciare sul 3-5. Nel game di apertura del terzo, il numero 1 del mondo si è trovato per la prima volta sul 15-30 al servizio, ma con tre punti di fila ha rimesso le cose a posto. E nel quarto gioco, nonostante un paio di bei punti di Pouille, dopo un paio di difese come solo lui sa fare, quando il francese ha messo fuori il diritto ha salutato con un urlo leonino il break (3-1), subito consolidato con il sesto turno di battuta tenuto a zero. Non ha alzato il piede dall’acceleratore neppure per un attimo Djokovic, inarrestabile, chiudendo il discorso al secondo match point, così da risparmiare anche energie preziose in vista della finale, inviando anche un chiaro messaggio a Rafa Nadal. Domani, sabato, sulla Rod Laver Arena riflettori sulla sfida che assegna il trofeo femminile tra la ceca Petra Kvitova, di nuovo in finale in uno Slam dopo il successo a Wimbledon 2014, e la giapponese Naomi Osaka, vincitrice dell’ultimo US Open. In palio c'è anche la corona di regina della classifica Wta. Ma l’attenzione degli appassionati italiani è anche e soprattutto sulla finale del singolare junior che vede in campo l’azzurrino Lorenzo Musetti, favorito numero 1, contro l’americano Emilio Nava.